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Roma-Milan e Inter-Bologna ad alta tensione

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Non sarà decisiva ma conta, eccome se conta. La partita tra Roma e Milan (ore 20.30) non avrà la valenza di un dentro o fuori, eppure la posta in palio è altissima. Per Di Francesco anzitutto, arrivato all’ultima chiamata per tenersi la panchina giallorossa: al di là delle smentite societarie, infatti, c’è quel 7-1 di Firenze che somiglia tanto a una spada di Damocle, con Monchi, suo malgrado, pronto ad affondare il colpo. Anche per il Milan però la partita è importantissima: gli ultimi risultati in crescendo hanno riportato il sereno sul cielo rossonero ma il quarto posto, ancor più fondamentale dopo gli investimenti sul mercato, passa dallo scontro odierno. Insomma, all’Olimpico ci si gioca un bel pezzo di Champions e nessuno vuole lasciarlo all’avversario. “Bisogna cavalcare l’entusiasmo, la Roma non viene da un periodo positivo ma ha buoni numeri – l’analisi di Gattuso.  Ora è un Milan più forte di prima, in più i nostri colpi importanti saranno anche i giocatori che stanno rientrando dagli infortuni come Biglia e Caldara. Dobbiamo arrivare in primavera in questa posizione per giocarci qualcosa di importante. Dobbiamo continuare con questa mentalità: il gruppo viene prima del singolo. Così possiamo fare qualcosa di importante”.

Unità d’intenti come primo comandamento, senza dimenticare però la qualità individuale. Perché le partite si preparano in allenamento ma poi si vincono, o si perdono, sul campo e questo Gattuso e Di Francesco lo sanno bene. Il tecnico giallorosso ha passato quattro giorni infernali dopo l’umiliazione in Coppa Italia e con lui tutta la Roma, contestata aspramente dai tifosi (con i soliti immancabili scivoloni, come gli insulti razziali rivolti a Kolarov) che questa sera, peraltro, promettono il bis sugli spalti dell’Olimpico. C’è grande depressione, ora siamo incudine e dobbiamo tornare a essere martello – le parole di Di Francesco. – È una Roma agonizzante, ma non per forza si deve morire. Dopo il fallimento possiamo rifarci subito restando ancora più uniti. Contro il Milan sarà una partita fondamentale, servirà una prestazione di altissimo livello dal punto fisico e mentaleIl mio futuro? Sono risultati e situazioni che lo determinano. Le chiacchiere stanno a zero, dobbiamo fare i fatti e in primis io che sono il responsabile tecnico”. 

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Solo un punto a dividere le squadre in classifica ma momenti diametralmente opposti, anche a livello di formazioni. Per un Milan che, tra mercato e infermeria sempre più vuota, si presenterà con il miglior 4-3-3 possibile (Donnarumma in porta, Calabria, Romagnoli, Musacchio e Rodriguez in difesa, KessieBakayoko e Paquetà a centrocampo, Suso, Piatek e Calhanoglu in attacco), c’è una Roma che dovrà invece fare i conti con le squalifiche di Nzonzi e Cristante, anche se Di Francesco non mollerà il suo 4-2-3-1 (Olsen tra i pali, Santon, Manolas, Fazio e Kolarov nel reparto arretrato, Pellegrini e De Rossi in mediana, Florenzi, Zaniolo ed El Shaarawy alle spalle dell’unica punta Dzeko). Roma-Milan ad alta tensione ma anche Inter-Bologna non scherza. La partita di San Siro (ore 18) arriva pochi giorni dopo l’eliminazione in Coppa con la Lazio, con voci su Antonio Conte (avvistato a pochi passi dalla sede di Corso Vittorio Emanuele) annesse e i nerazzurri devono assolutamente vincerla, pena entrare ufficialmente in crisi. Di fronte poi ci sarà un avversario in enorme difficoltà, come si è visto dallo 0-4 contro il Frosinone, ma anche rinfrancato dall’arrivo di Mihajlovic, deciso a ripresentarsi sul palcoscenico della A con un colpaccio degno di nota.

Inevitabile però concentrarsi soprattutto sulla sponda Inter, anche perché i risultati, come detto in precedenza, non sono l’unico problema di Spalletti. “Conte in sede? E’ ridicolo quello che si scrive – ha ribattuto il tecnico nerazzurro. – Così si offende Marotta, perché sarebbe un comportamento da dilettantiNon è tutto da buttare, la squadra è più forte dell’anno scorso e possiamo arrivare tra le prime quattro”. Difesa (di sé stesso) d’obbligo, anche lui però sa il clima si è incattivito e che solo una serie di risultati positivi potrebbe riportare il sereno, a cominciare da oggi. Il tecnico nerazzurro però deve fare a meno del suo uomo più in forma, quel Politano squalificato per due turni, oltre che di Keita: nonostante ciò Perisic andrà solo in panchina, a dimostrazione di quanto i rapporti si siano raffreddati. Il 4-2-3-1 dell’Inter vedrà Handanovic in porta, Cedric, Skriniar, Miranda e Asamoah in difesa, Vecino e Brozovic a centrocampo, Candreva, Nainggolan e Joao Mario alle spalle dell’unica punta Icardi. Prima sulla panchina del Bologna per Mihajlovic, che sceglie di giocarsela con un 4-3-3 con Skorupski tra i pali, Calabresi, Danilo, Lyanco e Dijks nel reparto arretrato, Poli, Pulgar e Soriano in mediana, Orsolini, Destro e Palacio in attacco.  

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