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Roma, metro C: aperta la stazione museo di San Giovanni (VIDEO)

Un vero e proprio gioiello di archeologia, un museo sotterraneo è stato aperto oggi alla stampa (e domani, sabato 1 aprile, lo sarà al pubblico): la nuova stazione della linea C di San Giovanni è pronta, ma entrerà operativa solo a fine anno – Nubi però sul collegamento con la A e sul futuro della linea, che nel progetto originario doveva arrivare a piazzale Clodio.

Roma, metro C: aperta la stazione museo di San Giovanni (VIDEO)

Una stazione museo, anzi una “stazione narrante”, come l’hanno definita il Soprintendente Francesco Prosperetti e la sindaca Virginia Raggi, presenti all’inaugurazione della nuova stazione San Giovanni della linea metropolitana C di Roma. Un gioiello unico al mondo, un viaggio nel tempo tra reperti della Roma imperiale (compresi un impianto idraulico d’avanguardia e persino noccioli di pesco di duemila anni fa, ritrovati integri), che nella giornata di sabato 1° aprile sarà anche aperto al pubblico.

Ma se sulla parte storica e culturale non c’è nulla da eccepire al grande lavoro svolto dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma e dalla società che sta svolgendo i lavori, la Metro C S.C.p.A. (consorzio al quale partecipano, tra le altre, Astaldi e Ansaldo Sts), qualche nube c’è invece sul prossimo futuro da servizio di trasporto pubblico, per milioni di cittadini romani e turisti in arrivo da tutto il mondo.

Si stima infatti che la linea C a regime sarà in grado di trasportare 600mila persone al giorno con una capacità di 60mila passeggeri nelle ore di punta, ma il punto è proprio quello: quando entrerà a regime, intanto la stazione di San Giovanni, che tra l’altro dovrà garantire il cruciale collegamento con la linea A? L’assessore alla mobilità Linda Meleo ha assicurato che la fermata entrerà in funzione “entro l’anno”, cioè presumibilmente dopo l’estate, anche se non è ancora detto che sia pienamente garantito sin da subito il collegamento con la stazione della linea A, perchè i lavori di adeguamento secondo i tecnici potrebbero protrarsi fino a 2018 inoltrato. Non sarà comunque necessario timbrare un secondo biglietto, chiaramente, ma lo snodo (il primo della linea C, finora isolata dalle altre e che nei programmi intersecherà anche la B al Colosseo) potrebbe non essere sin da subito così agile.

C’è poi il tema della frequenza dei convogli: finora la C va a un treno (di quelli di ultima generazione, driverless) ogni 20 minuti, ma il collegamento con la frequentatissima linea A ne richiederebbe molti di più. E poi si sapranno rispettare i tempi per l’arrivo nel 2021 al Colosseo per riagganciarsi alla linea B? Ma soprattutto, ci sarà poi la volontà politica da parte della Giunta a 5 Stelle, che in passato ha espresso più di qualche perplessità, di prolungare il progetto fino a piazza Venezia e poi a piazzale Clodio, come prevedeva il progetto originario? Su questi aspetti le risposte di Virginia Raggi e dell’assessore Meleo non sono state così definitive: “Stiamo valutando la soluzione migliore per la città”, hanno detto rispondendo alle domande dei giornalisti.

Altra piccola pecca è la fruibilità di questo inarrivabile museo sotterraneo al pubblico internazionale. Come ha fatto notare anche la sindaca in conferenza, molti dei pannelli illustrativi distribuiti sui vari piani della stazione, che ripercorrono ben 21 fasi della storia di Roma, dalla preistoria all’Impero, non sono tradotti in lingua inglese: “L’auspicio è che si possa implementare questo lavoro”, ha detto la prima cittadina a 5 Stelle ricordando l’importanza di valorizzare quello che altrove nel mondo sarebbe un vero e proprio museo, per valore artistico. In quale altra città al mondo, poco sopra a dove tra qualche mese passeranno i treni, sorgeva una fattoria dove gli schiavi lavoravano a un grande frutteto di pesche? Ne sono rimasti decine di noccioli, le radici, i vasi per le talee, gli altri umili strumenti del lavoro. Testimonianze di vita quotidiana, in attesa che la linea C entri nella vita quotidiana di oggi.

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