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Roma, “la città della pizza” per tre giorni

Oltre 200 paesi dovranno decidere a ottobre se la Pizza Napoletana deve entrare a far parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Un riconoscimento perseguito da anni e talmente atteso che il governo italiano ha deciso di presentare per il 2017 quest’unica candidatura a Parigi. A dire il vero la proposta del governo è stata molto attenta al mercato: non la Pizza è stata candidata ma “L’Arte dei pizzaioli napoletani” attribuendo così al nostro prodotto gastronomico più famoso al mondo un valore culturale di alto livello inserito nella nostra storia ma nel contempo puntando a difendere l’identità della Pizza napoletana , un settore che vale 10 miliardi di euro, dalle imitazioni che oramai imperversano in tutto il mondo. Tra l’altro la candidatura italiana se approvata segnerà un primato storico , sarà la prima volta che una produzione alimentare entrerà a far parte del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

In previsione della decisione di ottobre è stata avviata una campagna mondiale di eventi che puntano a sostenere l’unicità e l’inimitabilità della nostra Pizza Napoletana. Alla direttrice mondiale dell’Unesco, Irina Bokova è stata indirizzata una petizione a sostegno della candidatura della Pizza che reca un milione di firme raccolte in tutto il mondo. Vi si legge: “quest’arte, che nasce e si tramanda a Napoli da secoli, di generazione in generazione, consiste nel manipolare due sostanze basilari come l’acqua e la farina in modo tale da creare dei dischi di pasta, secondo una tecnica e delle regole ben precise e un linguaggio tutto napoletano (“alluccare”, “schiaffo”, ecc.)”.

“Iscrivere quest’arte nella Lista rappresentativa significa riconoscere il valore di una tradizione sostenibile,attenta alla naturalità, che parla di materie prime legate ad un vero amore e rispetto per la terra, di ingegnosità di uomini e donne che volevano trovare modi gustosi per nutrire le proprie famiglie e la propria comunità”. E la Commissione designatrice ha aggiunto: “L’arte dei pizzaiuoli ha svolto una funzione di riscatto sociale, elemento identitario di un popolo, non solo quello napoletano, ma quello dell’Italia. E’ un marchio di italianità nel mondo“.

Nel contesto delle iniziative volte a diffondere in Italia e nel mondo la cultura della Pizza Napoletana anche Roma apporterà il suo contribuito dando vita a “La città della Pizza” nella location del Guido Reni District. Per tre giorni, il 31 marzo, il 1 e il 2 aprile, oltre 40 tra i migliori maestri pizzaioli provenienti da tutta Italia si ritroveranno nelle ex caserme di Via Guido Reni per presentare e proporre al pubblico 90 differenti ricette di pizza, un vero e proprio tripudio di colori, aromi e sapori. Ma ci saranno anche workshop per addetti ai lavori, laboratori per adulti e bambini, pranzi e cene a quattro mani con la compagnia di grandi chef. Uno spazio materie prime e un’area abbinamenti.

Oltre 30 saranno i maestri pizzaioli che si alterneranno nelle “Case”, le pizzerie temporary – 10 al giorno, a partire dalle ore 18.00 di venerdì fino alle 23.00 di domenica – dalle quali verranno sfornate le pizze, suddivise nelle categorie “Napoletana”, “All’italiana”, “A degustazione”, “Al taglio” e “Fritta”. A queste vanno ad aggiungersi, per tutta la durata della manifestazione, lo spazio, atteso da molti, “Senza Glutine”, e “La Casa della Semola”, per la pizza 100% semola di grano duro firmata da La Molisana. Un tour virtuale da Nord a Sud dello Stivale, per scoprire tutte le varianti che offre il goloso universo della pizza.

Ogni pizzaiolo preparerà una sua versione di Margherita o Marinara, un cavallo di battaglia e una special edition pensata in esclusiva per La Città della Pizza. Spazio dunque per gli amanti dei grandi classici, ma anche per chi ha voglia di sperimentare con ingredienti insoliti che daranno vita a pizze originalissime: Tartare di filetto di pecora marinato alle erbette e insalatina di agrumi, oppure Impasto al grano arso con fior di latte di Agerola, blu di bufala, pancetta stufata di nero casertano, pepe macinato fresco e olio evo, o Foie gras, mozzarella di bufala e confettura di limone, solo per citarne alcune. Unico comune denominatore, imprescindibile, l’alto livello qualitativo.

Ricchissimo il calendario dei workshop dedicati agli addetti ai lavori, con approfondimenti tecnici sulle diverse interpretazioni di impasti, cotture, condimenti e abbinamenti. Protagonisti nomi del calibro di Gino Sorbillo, Gabriele Bonci, Massimiliano Prete, Pierluigi Roscioli, Piergiorgio Giorilli, Massimo Bosco, Teo Musso, Giancarlo Casa, Emanuele Liguori, Matteo Tambini, Renato Bosco, Enzo Coccia, Stefano Callegari, Ciccio Vitiello, Isabella De Cham, i fratelli Salvo e Antonio Troncone.

Tutti i pizzaioli coinvolti sono stati scelti in base a un “manifesto” dove risultano fondamentali i concetti di qualità, ricerca, cura e attenzione per tutte le fasi della produzione e, soprattutto, passione. A redigerlo, i 5 autori della manifestazione: Emiliano De Venuti, ideatore de La Città della Pizza e CEO di Vinòforum, il pizzaiolo Stefano Callegari e i giornalisti Luciano Pignataro, Luciana Squadrilli e Tania Mauri.

Venerdì 31 marzo, primo giorno di manifestazione, prenderanno posto nelle Case: Massimo Bosco della Pizzeria Bosco (Sassari), Petra Antolini di Casa Petra (Verona), Marzia Buzzanca di Percorsi di Gusto (L’Aquila), Massimiliano Prete di Gusto Divino (Cuneo), Giancarlo Casa de La Gatta Mangiona (Roma), Pierluigi Police di O’scugnizzo (Arezzo), Gennaro Battiloro de La Kambusa (Lucca), Gianfranco Iervolino di Morsi e Rimorsi (Caserta), La Confraternita della Pizza (Roma), Ciro Oliva di Concettina ai Tre Santi (Napoli). 

Sabato 1 aprile sarà il turno di: Luca Belliscioni di Grecco Enjoy (Roma), Mirko Rizzo di Pommidoro (Roma), Emiliano Aureli de La Taverna dei Corsari (Rieti), Pier Daniele Seu del Mercato Centrale Termini (Roma), Emanuele Liguori de L’Antica Pizzeria Da Michele (Napoli), Alessandro Coppari di Mezzometro (Ancona), Stefano Vola di Vola Bontà per Tutti (Cuneo), Matteo Aloe di Alce Nero Berberè (Bologna), Antonio Pappalardo de La Cascina dei Sapori (Brescia), Cristiano Piccirillo de La Masardona (Napoli).

Domenica 2 aprile, ultima giornata di lavori con Gabriele Bonci di Pizzarium (Roma), Salvatore Gatta di Fandango (Potenza), Ciccio Vitiello di Casa Vitiello (Caserta), Edoardo Papa di Biglietto Prego (Roma), Francesco Martucci de I Masanielli (Caserta), Salvatore Di Matteo della Pizzeria Di Matteo (Napoli), Vincenzo Esposito di Carmnella (Napoli), Giuseppe Pignalosa di Le Parùle (Napoli), Matteo Tambini e Davide Fiorentini di ‘O Fiore Mio (Ravenna), Diego Vitagliano della pizzeria Diego 10 (Napoli), Isabella De Cham di 1947 Pizza Fritta (Napoli).

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