Ancora un punto, poi sarà Scudetto. Roma-Juventus (ore 20.45) può diventare la partita della festa, la seconda in pochi giorni in quella che un tempo era una Capitale ostile e che ora, invece, sta diventando piuttosto amica. Dopo la Coppa Italia può dunque arrivare il tricolore, a patto che la Roma, già matematicamente in Champions dopo la sconfitta di ieri dell’Inter, decida di fare solo da sparring partner. Guai però a sottovalutare la rivalità tra giallorossi e bianconeri, da sempre grandi nemici e dunque motivati non solo a ottenere il proprio risultato ma anche a complicare quello dell’altro. “È sempre un big match, inoltre ci sarà lo stadio pieno – il commento di Allegri. – Loro devono raggiungere la Champions, noi lo scudetto. Ai ragazzi ho detto che se vogliono una settimana in più di vacanza devono vincere il titolo già in questo turno. Veniamo da una bella vittoria in Coppa Italia, ora prendiamoci il tricolore”.
“So cosa ci siamo detti nello spogliatoio – la risposta di Di Francesco. – E’ una partita molto delicata e importantissima, abbiamo ancora un obiettivo importante e vogliamo mantenere anche il terzo posto a cui teniamo davvero tanto”. Sulla carta, insomma, tutti vogliono vincere ma il pari, a rigor di logica, resta il risultato perfetto. Va anche detto che la Juve non si complicherebbe la vita neanche in caso di sconfitta, non più di tanto quantomeno. I bianconeri potrebbero festeggiare il titolo addirittura perdendo pure in casa contro il Verona, in virtù di una differenza reti che li vede in vantaggio di 16 gol sul Napoli.
Gli ingredienti per vedere una bella partita “spensierata” ci sono tutti, per la gioia dei numerosi campioni in campo, che potranno così deliziare l’Olimpico senza troppe controindicazioni. Di Francesco schiererà un 4-3-3 con Alisson in porta, Florenzi, Juan Jesus, Fazio e Kolarov in difesa, Strootman, De Rossi e Nainggolan a centrocampo, Under, Dzeko ed El Shaarawy in attacco. Allegri risponderà con un 4-3-2-1 con Szczesny tra i pali, Lichtsteiner, Benatia, Barzagli e Alex Sandro nel reparto arretrato, Khedira, Marchisio e Matuidi in mediana, Dybala e Mandzukic alle spalle dell’unica punta Higuain. Per una Juve che spera di festeggiare per la seconda volta in pochi giorni nella Capitale, c’è un Napoli che ha ormai poco da chiedere a questo campionato se non di chiuderlo al meglio. Il solo punto raccolto tra Firenze e Torino, oltre a spegnere ogni velleità di scudetto, ha avvelenato un po’ il clima azzurro, portando in superficie tutte le diversità di vedute tra De Laurentiis e Sarri, ormai destinati a separarsi tra pochi giorni.
Gli attacchi del presidente al mondo arbitrale poi (ieri Allegri ha glissato con un “dica quello che vuole ma dovrebbe avere più equilibrio”) hanno ulteriormente incattivito l’ambiente: sarà rabbia “positiva” che si abbatterà sulla Sampdoria (Marassi, ore 20.45) oppure no? Se lo chiedono tutti alle pendici del Vesuvio, intanto però Sarri vuole vincere sia per inseguire il record di punti (ne mancano due per eguagliare gli 87 della scorsa stagione) che per “zittire” De Laurentiis, improvvisamente trasformatosi in uno scomodo padrone. Il tecnico azzurro ci proverà con il classico 4-3-3, dunque Reina in porta, Hysaj, Albiol, Koulibaly e Mario Rui in difesa, Allan, Jorginho e Hamsik a centrocampo, Callejon, Milik (favorito su Mertens) e Insigne in attacco. Giampaolo, a caccia delle ultime chanche di Europa League, proverà a sgambettare i rivali con un 4-3-1-2 con Viviano tra i pali, Bereszynski, Silvestre, Andersen e Regini nel reparto arretrato, Linetty, Torreira e Praet in mediana, Ramirez alle spalle della coppia gol Caprari-Kownacki.