Il Milan fa un passo indietro. Quanto grosso non lo si può ancora sapere con certezza, intanto però il piazzamento Champions è tornato a rischio, scosso con forza da una Fiorentina in versione Conference, dove il rendimento, almeno fino a ieri, era stato nettamente migliore che in campionato. Pioli cade così dopo quattro vittorie consecutive, per giunta a pochi giorni dalla trasferta di Londra, contro un Tottenham a sua volta sconfitto dal Wolverhampton: mercoledì sapremo se si è trattato solo di un caso, ma quel che è certo è che l’umore in casa rossonera è tornato grigio.
Fiorentina – Milan 2-1, Pioli: “Non pensavamo al Tottenham, semplicemente la Fiorentina è stata meglio di noi”
Pioli avrebbe voluto limitare al massimo il turnover, ma le assenze di Leao e Diaz lo hanno costretto a cambiare due terzi dell’attacco, inserendo Rebic e De Ketelaere dall’inizio. Le risposte sono state sconfortanti, perché se è vero che tutto il Milan ha giocato male, lo è anche che è lecito attendersi di più dai giocatori di qualità, come dovrebbero essere il croato e il belga. Ad ogni modo la Fiorentina è apparsa più tonica sin dai primi minuti, tanto da chiudere il primo tempo con un parziale di 9-0 sui calci d’angolo piuttosto significativo. Nella ripresa poi i viola hanno “quagliato”, trovando l’1-0 su rigore di Nico Gonzalez (49’, fallo di Tomori su Ikoné) e raddoppiando nel finale con Jovic (87’), prima che Theo Hernandez segnasse un gol utile solo per il tabellino (90+5’). “La Fiorentina ha giocato meglio di noi, ma non perché pensavamo al Tottenham – il pensiero di Pioli -. Dovevamo giocare diversamente, questo è uno stop che non ci voleva e che non volevamo. Purtroppo lontano da San Siro fatichiamo molto, è un dato che ci penalizza ed è strano per i numeri che abbiamo sempre avuto. Dobbiamo fare meglio perché le qualità ci sono, anche qui abbiamo corso tanto, ma non bene. Ora penseremo davvero al Tottenham, sarà una partita diversa, da dentro o fuori, sono convinto che la squadra sarà pronta”.
Roma – Juventus (ore 20.45, Dazn)
La bagarre-Champions prosegue oggi con due sfide molto interessanti, in particolare quella dell’Olimpico tra Roma e Juventus. Definirlo uno scontro diretto, alla luce della classifica attuale, è forse un azzardo, ma se i bianconeri dovessero vincerlo lo sarebbe sicuramente meno. Il successo della Lazio sembrava aver complicato i piani di rimonta di Allegri, ma la sconfitta del Milan gli ha ridato linfa, anche perché la sua Juve ha un ruolino di tutto rispetto e punta ad accorciare le distanze, nella speranza che il Collegio di Garanzia del Coni, al momento opportuno, le restituisca i 15 punti tolti dalla sentenza precedente. Calcoli che non riguardano i giallorossi, non per questo meno obbligati a fare risultato: la sconfitta di Cremona ha dato un brutto colpo alle ambizioni Champions del club e un altro passo falso, per giunta contro la Juve, sarebbe davvero difficile da assorbire.
Mourinho vince il ricorso: squalifica sospesa, questa sera sarà in panchina
La vigilia però, più che dalla partita, è stata segnata dal caso Mourinho. Il portoghese, espulso a Cremona per “gravi offese all’arbitro” (così recitava la sentenza del giudice sportivo) si è visto sospendere la squalifica dalla Corte d’Appello federale per via dell’indagine sul quarto uomo Serra, accusato dallo stesso Special One di averlo provocato. La CAF ha così disposto che i due turni di stop vengano congelati fino al 10 marzo, giorno dell’udienza di Serra, “onde assicurare effettività di tutela alle parti reclamanti”. La Roma avrà così il suo condottiero in panchina, nella speranza che possa rivelarsi decisivo ai fini della vittoria.
Allegri: “Andare in Champions con il meno 15 sarebbe come vincere tre Scudetti”
Nessun dubbio invece sulla presenza di Allegri, deciso a continuare la splendida corsa del mese di febbraio, che lo ha visto raccogliere sei vittorie e un pareggio in sette partite tra campionato e coppe. Bottino che, in tempi normali, sarebbe valso il secondo posto in solitaria, ma sufficiente già così, nonostante il meno 15 in classifica, per tornare a parlare di Champions senza provocare battute di nessun tipo. “La rincorsa è difficile, quasi impossibile, ma detto questo, senza la penalizzazione, abbiamo fatto 50 punti. Tra quelle davanti rimarrà fuori una tra Inter, Milan, Lazio e Roma, inoltre c’è anche l’Atalanta che può rientrare, ci sono 42 punti in gioco e tutto è ancora aperto per loro. Noi dobbiamo fare una passo alla volta, non possiamo guardare troppo avanti perché le altre squadre sono lontane. Andare con -15 in Champions sarebbe come vincere tre scudetti…”.
Roma – Juventus, le formazioni: Mou con il dubbio Pellegrini, Allegri punta su Di Maria e Vlahovic
Veniamo al campo e ai protagonisti della notte dell’Olimpico (sold out, ma questa non è certo una novità). Mourinho ritrova Smalling dopo la squalifica e può finalmente contare su Dybala e Abraham dal primo minuto, nello stesso tempo però deve fare i conti con l’influenza che ha colpito Pellegrini, mettendone in dubbio la titolarità: il capitano proverà a stringere i denti, altrimenti il suo posto verrà preso da El Shaarawy. Il 3-4-2-1 giallorosso vedrà così Rui Patricio in porta, Mancini, Smalling e Ibanez in difesa, Zalewski, Cristante, Matic e Spinazzola a centrocampo, Dybala e Pellegrini alle spalle dell’unica punta Abraham. Rosa finalmente quasi al completo per Allegri, che può contare su tutti a parte Milik. Il tecnico dovrà gestire le forze in previsione del Friburgo, ma è chiaro che la trasferta di Roma non si presta al turnover, ragion per cui schiererà il miglior 3-5-2 possibile con Szczesny tra i pali, Danilo, Bremer e Alex Sandro nel reparto arretrato, Cuadrado, Fagioli, Locatelli, Rabiot e Kostic in mediana, Di Maria e Vlahovic in attacco, con Chiesa e Pogba pronti a subentrare dalla panchina.
Inter – Lecce (ore 18, Dazn)
L’altra sfida sotto i riflettori della domenica è quella di San Siro, con l’Inter chiamata a riscattarsi contro il Lecce di Baroni. La sconfitta di Bologna ha lasciato il segno, come si è capito dalle dichiarazioni di Inzaghi e Lautaro nell’immediato post partita e, soprattutto, da quelle di Marotta e Antonello nei giorni successivi. Il club di Viale Liberazione è molto irritato per i continui passi falsi con le cosiddette medio-piccole, che sono costati almeno 10 punti in classifica: con quelli i nerazzurri sarebbero a meno 8 dal Napoli, con la possibilità, vincendo oggi, di andare addirittura a meno 5, dunque in piena corsa Scudetto. La realtà invece è che Inzaghi non è nemmeno sicuro di entrare nella prossima Champions, obiettivo fondamentale per la società, il che lo mette sul gradino più alto del banco degli imputati. Solo una qualificazione “tranquilla” gli consentirà di rimanere all’Inter anche l’anno prossimo, altrimenti, nonostante il contratto fino al 2024 (da 5,5 milioni netti a stagione), rischierebbe seriamente l’esonero. Contro il Lecce, insomma, c’è solo un risultato a disposizione, ma guai a pensare che sarà semplice: i giallorossi sono specializzati nel creare problemi alle big, come si è visto con Atalanta (andata e ritorno), Lazio, Milan e Roma, ma anche con Juventus e la stessa Inter, vittoriosa solo in pieno recupero.
Inzaghi: “Siamo arrabbiati, contro il Lecce mi aspetto una reazione”
“Arriviamo a questa sfida arrabbiati per l’ultimo risultato e non vediamo l’ora di tornare in campo – le parole del tecnico nerazzurro -. Abbiamo analizzato gli errori commessi, servirà tanta concentrazione, dovremo usare la testa: ci aspetta un match difficile, ma mi attendo una reazione da grandi uomini e da grande gruppo, che è ciò che siamo. Di fronte troveremo un Lecce che sta facendo un ottimo campionato, dovremo prestare molta attenzione, le partite sono tutte difficili e questa stagione lo sta dimostrando. In campionato potevamo sicuramente fare meglio, in questi 18 mesi comunque abbiamo fatto delle buone cose e dobbiamo prendere il meglio di quanto espresso”.
Inter – Lecce, le formazioni: Skriniar e Dimarco ancora fuori, davanti confermato Lukaku
Inzaghi deve fare i conti con i guai fisici di Skriniar e Dimarco, per i quali si prospetta al massimo la panchina. Situazione analoga a quella di Bologna, con la speranza che questa volta arrivino risposte migliori dalla squadra, apparsa, salvo poche eccezioni, incredibilmente scarica. Il 3-5-2 nerazzurro sarà composto da Onana in porta, Darmian, Acerbi e Bastoni in difesa, Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu e Gosens a centrocampo, Lukaku e Lautaro in attacco. Baroni, costretto a rinunciare allo squalificato Baschirotto e a Banda, tenterà l’ennesimo colpaccio stagionale con un 4-3-3 con Falcone tra i pali, Gendrey, Tuia, Umtiti e Gallo nel reparto arretrato, Blin, Hjulmand e Maleh in mediana, Strefezza, Ceesay e Di Francesco nel tridente offensivo.