Un’altra delusione. L’ennesima per Milan e Roma, costrette a fare i conti, seppur con modalità diverse, con la parola crisi. Il discorso riguarda soprattutto i giallorossi, sconfitti a Bologna e praticamente irriconoscibili rispetto a pochi mesi fa, ma anche i rossoneri cominciano ad avere troppe occasioni sprecate nel bouquet di inizio stagione. E così, mentre la Juve vola, il Napoli insegue, Lazio e Inter cominciano a marciare, Milan e Roma continuano a deludere e poco importa che il campionato sia appena agli albori: il calendario avanza serrato e la classifica, di conseguenza, comincia ad assumere un peso non indifferente.
“Non sono arrabbiato, provo solo grande rammarico – il commento di Gattuso. – Questa squadra ha due facce, dopo aver fatto un grandissimo primo tempo abbiamo faticato molto nel secondo, tanto da disputare un’ultima mezz’ora irriconoscibile. Non riusciamo a dare continuità alle prestazioni, preferirei giocare meno bene ma fare più punti”.
Amarezza comprensibile quella del tecnico rossonero, perché il 2-2 con l’Atalanta grida vendetta. Andare in vantaggio per due volte ed essere raggiunti in altrettante non è da squadra di vertice, e questo indipendentemente da gesti tecnici importanti e fiammate di alto livello. Già, perché il Milan, come efficacemente spiegato dal suo allenatore, è squadra a due volti, capace di fare benissimo in alcuni momenti e di sparire totalmente dal campo in altri.
Pronti-via e Higuain, l’uomo più atteso, sbloccava il match con un gran destro al volo su assist di Suso (2’), prima che Bonaventura si vedesse annullare un gol per fuorigioco e, successivamente, colpisse un palo a portiere battuto. E se a questo si aggiunge l’errore di Kessié a tu per tu con Gollini, si evince come l’1-0 a fine primo tempo stesse davvero stretto ai rossoneri, o almeno al loro lato migliore. Perché il peggiore emergeva a inizio ripresa, quando Gomez spingeva in rete la palla del pareggio (52’), dando un segnale forte è chiaro a Gattuso: altro che vittoria scontata…
Bonaventura sembrava rimettere tutto a posto (60’), poi però, dopo un paio di occasioni per il 3-1 clamorosamente sprecate, l’Atalanta prima sfiorava il 2-2 (salvataggio di Rodriguez sulla linea), poi lo trovava con Rigoni, lesto a raccogliere una respinta di Donnarumma per il più beffardo dei pareggi (91’).
Tanta delusione a San Siro ma mai come sulla sponda romanista della Capitale. Perché il 2-2 con l’Atalanta è nulla rispetto al disastro della Roma in quel di Bologna, a dimostrazione che la crisi giallorossa è ormai una realtà conclamata.
E dire che la squadra di Inzaghi, fino a ieri, aveva un solo punto in classifica, per giunta senza aver mai segnato un gol. C’è voluta quella di Di Francesco per svegliarla, a testimonianza che se vengono a mancare corsa e voglia di lottare si può perdere contro chiunque, specialmente nel nostro campionato. I gol di Mattiello (36’) e Santander (59’) regalano il primo sorriso della stagione a Superpippo e mandano la Roma nell’inferno di una crisi da cui non sarà facile uscire, specialmente nella settimana che porterà al derby.
“Sono disgustato” il commento di Pallotta, “andate a lavorare” quello dei 2.500 tifosi presenti al Dall’Ara: l’ambiente giallorosso, insomma, è in ebollizione e per calmarlo serviranno due vittorie con Frosinone (mercoledì) e, soprattutto, Lazio (sabato), altrimenti chissà cosa potrà accadere.
“I numeri ci condannano, dunque dobbiamo solo stare zitti e pedalare – le parole di Di Francesco – Questa squadra ha poca solidità difensiva e questo ci sta portando a fare diverse figuracce. Tocca a me trovare la soluzione e finora non ci sono riuscito, di conseguenza è giusto che io sia in discussione”.