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Roma come era nel lockdown: una mostra organizzata da Webuild per valorizzare il silenzio e la bellezza

Come eravamo durante il lockdown? Come si viveva nelle città? Il silenzio, il deserto, la bellezza di una città solitamente convulsa come Roma sono stati fissati dall’occhio fotografico di Moreno Maggi e raccolti in una mostra aperta al pubblico promossa e organizzata dal Gruppo Webuild e dall’Istituto VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, con il patrocinio del Comune di Roma. Immagini che dovrebbero essere di ispirazione per pensare a città più vivibili e godibili. S’intitola “Roma silenziosa bellezza” e si tratta di uno sguardo inedito sulla città durante i mesi di lockdown. La mostra, curata da Roberto Koch e Alessandra Mauro, è un percorso ricco di foto, video e proiezioni multimediali che permette di riscoprire il senso di un nuovo vivere, o con-vivere, facendo compiere al visitatore un viaggio emotivo e intellettuale per meditare sul senso della comunità. Le immagini illuminano dagli scorsi giorni anche Palazzo Venezia, grazie ad un videomapping, ideato e realizzato da Webuild, con proiezioni che alternano foto e brevi giochi di luce e che saranno visibili ogni sera dalle 18.30 alle 23.30 fino al 28 febbraio. La mostra è ospitata nella Sala Zanardelli del Vittoriano e aperta al pubblico dal 20 gennaio al 28 febbraio.

Ufficio Stampa Webuild
Ufficio Stampa Webuild
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Attraverso gli scatti di Moreno Maggi nel 2020 durante i mesi del lockdown, l’esposizione inaugurata da Pietro Salini, Amministratore Delegato di Webuild, e da Edith Gabrielli, Direttrice dell’Istituto VIVE, “restituisce una Roma diversa da come siamo soliti percorrerla e viverla” dice un comunicato di Webuid. “Una Roma resa straordinariamente bella dal silenzio di quei giorni, in uno spazio normalmente assediato dal traffico e dal sovraffollamento, per restituire il volto vero e inossidabile alla città, pronta ad ospitare i grandi eventi internazionali dei prossimi anni”.

Salini: Queste immagini come ispirazione per pensare a città migliori

“La vera bellezza in fondo sta nell’interazione e nelle storie vissute dalle persone nei luoghi a cui queste appartengono” sottolinea Salini. “Da questa idea si può ripartire per immaginare e progettare una rete di infrastrutture più adeguata alle esigenze del XXI secolo, pur nel rispetto dell’eredità storica e delle affascinanti stratificazioni di una capitale come Roma. Le immagini” prosegue Salini, “sono di ispirazione per lavorare sul futuro e pianificare interventi su una città che deve ripartire dall’idea di un grande progetto infrastrutturale che sfrutti appieno le nostre migliori capacità costruttive e creative, per creare una città più vivibile e con standard paragonabili alle grandi capitali mondiali. Occorre ripensare, riconcepire, re-immaginare il modo di vivere le città d’arte e come usare lo straordinario patrimonio culturale che i nostri predecessori ci hanno lasciato. E ripensare di conseguenza il turismo, il commercio, il decoro urbano, il trasporto, il tempo libero, lo sport e tutto ciò che la città può offrire ai cittadini e a chi viene a visitarla”. “Le foto di Moreno Maggi spalancano gli occhi degli spettatori verso luoghi estremamente celebri e li collocano sotto una luce diversa, per molti aspetti inedita, anche grazie alla modalità immersiva”, aggiunge Gabrielli.

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Categories: Arte Cultura