Il “plebiscito” ottenuto da Bertolaso alle Gazebarie tenutesi a Roma nell’ultimo weekend non ha placato i dissidi interni al centrodestra. Anzi, sembra che abbia ulteriormente acuito i dissapori causando una vera e propria rottura tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Se l’ex Cavaliere, forte del 94,7% ottenuto consultando i romani attraverso i gazebo situati nelle varie piazze della Capitale, conferma la candidatura di Guido Bertolaso al Campidoglio, la leader di Fratelli d’Italia decide di mischiare le carte e fare un passo avanti, proponendosi come candidato sindaco di Roma e incassando immediatamente l’ok di Matteo Salvini, da sempre apertamente contrario ad appoggiare l’ex numero uno della protezione civile.
A questo punto dunque, a meno che non si trovi un accordo, il centrodestra rischia di impegnarsi in una guerra fratricida con ben quattro candidati a contendersi lo stesso elettorato.
Oltre a Meloni e Bertolaso occorre tenere in considerazione anche l’appeal che Francesco Storace e Alfio Marchini hanno su parte degli elettori di destra. Se non si riuscirà a trovare un’intesa, il risultato potrebbe dunque essere quello di frazionare i voti, favorendo gli avversari politici di sempre.
Da sottolineare che sono già arrivate le prime “frecciate” tra gli avversari. Stanno scatenando un polverone le parole pronunciate da Guido Bertolaso ieri sera a Fuori Onda su La7: «La Meloni deve fare la mamma, mi pare sia la cosa più bella che possa capitare ad una donna. Deve gestire questa pagina della sua vita. Non vedo perché qualcuno dovrebbe costringerla a fare una campagna elettorale feroce e, mentre allatta, ad occuparsi di buche, sporcizia». La numero uno di Fdl non ha esitato a replicare.
«Non voglio polemizzare. Dico solamente con garbo e orgoglio a Bertolaso che spero di essere un’ottima mamma, come lo sono tutte quelle donne che tra mille difficoltà e spesso in condizioni molto più difficili della mia riescono a conciliare impegni professionali e maternità. Lo dico soprattutto per rispetto loro».