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Roma, Casino dell’Aurora (Villa Ludovisi): al via l’asta del secolo

Dopo una serie di vicende giudiziarie ed ereditarie va all’asta la dimora superstite di una delle più importanti proprietà romane con l’unico murale di Caravaggio – A contendersi la storica villa i paperoni del pianeta – Il prezzo base è 471 milioni

Roma, Casino dell’Aurora (Villa Ludovisi): al via l’asta del secolo

L’asta immobiliare della storia è arrivata al via. Alle ore 15 del 18 gennaio 2022 sarà messa in vendita online il monumentale Casino dell’Aurora, una delle più belle dimore storiche della Capitale, l’unico monumento rimasto in piedi dopo la distruzione di Villa Boncompagni Ludovisi nel 1885 e che contiene l’unico affresco mai realizzato da Caravaggio oltre ad opere del Guercino. Tanto basta da giustificarne il valore di base d’asta: 471 milioni di euro. La lista dei partecipanti è ancora segreta ma ha raggiunto oltre 20 mila indirizzi e-mail collegati agli uomini e le donne più influenti del pianeta. Probabilmente tra i nomi ci saranno Bill Gates e il Sultano del Brunei dato che già in passato avevano cercato di acquistare la villa, anche se invano.

Affacciata in una delle zone più belle di Roma, tra via Veneto e villa dei Medici, la fama del Casino, oltre al dipinto a olio di Caravaggio raffigurante Giove, Nettuno e Plutone del 1597 al centro di un globo terrestre, si deve anche alla celebre Aurora di Guercino (da cui prende il nome) dipinta nel 1613-1614 nel grande salone del piano nobile. Nei 2.800 metri quadrati, sei piani e un sontuoso giardino ci sono anche due fregi di Antonio Tempesta con i Trionfi della Fama e dell’Amore, quattro riquadri con le Stagioni di Paul Bril e putti alati di Cherubino Alberti, numerose sculture di epoca classica (erme femminili, sarcofagi, busti, Diana e Venere).

Per la gara sono in arrivo offerte da tutto il mondo. I miliardari avranno 24 ore per fare la loro proposta. L’asta sarà ovviamente senza incanto (dato che quella con incanto è stata eliminata con la legge 132 del 2015) e con modalità telematica asincrona (un’asta a tempo). Il prezzo base sarà di 471 milioni di euro, l’offerta minima di 353.250.000 con rilanci di un milione. Al valore d’asta sono stati detratti i circa 11 milioni di euro che saranno necessari al futuro acquirente per restaurare la storica villa.

Saranno ammessi solo coloro che avranno depositato il 10% della base d’asta. Tuttavia, l’idea che il palazzo di una delle più potenti famiglie aristocratiche italiane finisca in mani straniere ha scatenato molte proteste nel mondo della cultura italiana, chiedendo un intervento diretto dello Stato. Ma per lo Stato arrivare a quelle cifre è impensabile. Solo l’opera di Caravaggio, l’unico dipinto murale di uno dei più grandi artisti dell’età moderna, non può valere meno di 310 milioni di euro secondo il professor Zuccari che ha curato la perizia delle opere all’interno della villa.

Come previsto dalla legge, dopo l’aggiudicazione, lo stato italiano avrà diritto di prelazione perché il bene è riconosciuto dal ministero dei Beni Culturali di valenza nazionale (come è già successo per Palazzo Chigi e Palazzo Barberini), e potrà acquistarlo al prezzo dell’offerta più alta. Solo nel caso in cui l’asta dovesse andare deserta o non raggiungere il valore minimo – ipotesi anche possibile – si procederà a fissare delle vendite successive con un valore ribassato del 20%. Un valore sempre troppo alto rispetto le possibilità del Ministero.

Ma come è possibile che un simile capolavoro sia finito all’asta? La villa restò nelle mani della famiglia Ludovisi dal 1600 fino alla morte dell’ultimo proprietario, il principe Nicolò Boncompagni Ludovisi l’8 marzo del 2018. Da quel momento è partita la disputa ereditaria tra la terza moglie del principe, la texana Rita Jenrette Boncompagni Ludovisi (pittrice che posò per Playboy), e i figli del primo matrimonio con Benedetta Barberini Colonna di Sciarra, ai quali lo stesso Nicolò aveva lasciato in dote parte dell’immobile.

Fallito ogni tentativo di mediazione e dopo il pignoramento su una porzione di proprietà che nessuno degli eredi è stato in grado di rifondere economicamente, il tribunale di Roma ha deciso di mettere il bene all’asta per dirimere il contenzioso. Il ricavato della vendita verrà diviso a metà tra la principessa e i tre figli del defunto marito.

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