Boom dei Cinque Stelle a Roma con la Raggi (35,4%), che andrà al ballottaggio con Giachetti (Pd), che prevale sulla Meloni (24,8% contro 20,7%), mentre per Marchini-Berlusconi è flop (meno dell’11%) e Fassina non arriva al 5%.
Testa a testa a Milano tra Sala (Pd), che prende il 41,7%, e Parisi (centrodestra), che incassa il 40,8%: tra loro sarà ballottaggio all’ultimo voto.
Ballottaggi anche nelle altre tre grandi città in cui si è votato. A Torino il sindaco uscente Fassino (41,9%) dovrà vedersela con la Appendino del Movimento 5 Stelle, che porta a casa il 30,8%.
A Napoli De Magistris (42,4%) è largamente davanti a Lettieri (24%) del centrodestra che sopravanza la Valente del Pd ferma al 21,4%.
Infine, a Bologna il sindaco uscente Merola è primo (39,6%) ma deve sfidare al secondo turno la leghista Borgonzoni (22,2%).
Solo a Cagliari il sindaco uscente Zedda di Sel, sostenuto dal Pd e gradito anche da Renzi, vince secco al primo turno e si conferma primo cittadino con oltre il 50%.
A scrutini ancora aperti e in base alle proiezioni sono questi i primi verdetti delle elezioni amministrative del 5 giugno che si possono riassumere cosi:
1) netto successo del Movimento 5 Stelle a Roma con la Raggi, che si candida ad amministrare la Capitale, e buon risultato a Torino con la Appendino che costringe il sindaco uscente Fassino del Pd al ballottaggio: a Milano, Bologna e Napoli, però, i risultati dei grillini sono modesti;
2) minimo sindacale per il Pd di Renzi, che è in testa a Milano con Sala ma solo di misura su Parisi, va al ballottaggio a Roma prevalendo sulla destra, è in vantaggio per il secondo turno di Torino e Bologna ma non tocca palla a Napoli, dove la Valente non arriva nemmeno al ballottaggio;
3) buon risultato del centrodestra unito solo a Milano, dove Parisi è vicinissimo a Sala, anche se probabilmente ha già fatto il pieno e gli sarà difficile conquistare altri voti, ma netto flop a Roma dove la divisione dell’ala lepenista Meloni-Salvini e quella più moderata di Marchini-Berlusconi (9%), che registra un clamoroso flop, fallisce il ballattaggio aprendo così la strada alla resa dei conti tra Forza Italia e la Lega.
Conclusione: le amministrative sono elezioni locali e il loro esito non avrà strascichi sulla stabilità del governo Renzi, che però, come immaginava, non ha il vento in poppa. Prima di fare un bilancio bisognerà tuttavia attendere il ballottaggio, che sarà un altro film perché non conterà tanto l’identità di una forza politica ma la sua capacità di tessere alleanze e di conquistare nuovi voti. Non dimentichiamoci che a Roma, due elezioni comunali fa, Rutelli vinse al primo turno ma al ballottaggio prevalse Alemanno anche se la forbice iniziale era solo di cinque punti percentuali. Fra quindici giorni il responso finale.