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Roma, Accademia dei Lincei: “Leonardo, la Mostra Impossibile”

I capolavori di Leonardo come non li avete mai visti e come è pressoché impossibile vedere: questo il senso di Leonardo, la Mostra Impossibile inaugurata nei giorni scorsi a Roma, nella Palazzina dell’Auditorio dell’Accademia dei Lincei in occasione dell’ iniziativa con cui i Lincei hanno inteso celebrare con un trittico prima Leonardo per il 2019, Raffaello nel 2010 e Dante nel 2021.

Roma, Accademia dei Lincei: “Leonardo, la Mostra Impossibile”

Si tratta della raccolta completa delle opere pittoriche del genio di Vinci realizzata con riproduzioni digitali di altissima risoluzione e nelle dimensioni originali racchiuse tutte in uno stesso spazio espositivo. Lo stesso Leonardo non ha mai avuto questa possibilità di osservare tutto il suo lavoro, tutta la sua genialità nel medesimo tempo e nello stesso luogo. In pochi metri quadri infatti è possibile ammirare, fino nei dettagli più significativi, da La Gioconda alla Dama con l’ermellino dove il tutto è sovrastato dalla potente riproduzione de L’Ultima cena. Quest’ultima, inparticolare, potrebbe giustificare da sola la visione della mostra: solo a distanza così ravvicinata e con una leggera retroilluminazione, si può cogliere tutta la ricchezza, tutta la magnificenza dell’opera di Leonardo che, altrimenti, nella sua sede naturale e per la sua collocazione risulterebbe arduo ammirare, peraltro con tutta la calma e con tutto il tempo necessario. Come pure, provate solo ad immaginare di potervi collocare ad un passo dal Cristo Redentore (del quale originale oggi sembrano essere perdute le tracce) per poterlo ammirare minuziosamente. Del resto, è oggettivamente complesso anche solo immaginare che opere di tale importanza possano “viaggiare” con facilità in giro per il mondo ed essere fruibili dovunque sia possibile.

Le Mostre impossibili fanno parte di un progetto ideato e realizzato da Renato Parascandolo che, riprendendo spunto dalle riflessioni sulla diffusione e sulla “democratizzazione” dell’arte di Walter Benjamin, Andrè Malraux e Paul Valery, ha reso disponibile al vasto pubblico l’accesso e la fruibilità dei grandi patrimoni dell’arte universale. La prima mostra è stata realizzata a Napoli nel 2003 ed è stata dedicata a Caravaggio, con oltre 60 riproduzioni. Da allora, le Mostre impossibili hanno riguardato oltre a Leonardo, Raffaello,  Botticelli,  Piero della Francesca, Tiziano, Antonello da Messina, Giorgione, Mantegna, il Bronzino, Paolo Uccello e Veronese. In poche parole, tutto il meglio dell’arte pittorica italiana dal XV al XVII secolo esposto in diverse città in Italia e altre parti del mondo.

Due concetti fondamentali caratterizzano questa iniziativa: la riproducibilità e l’accessibilità. Con il primo si intende accompagnare la “sacralità” e unicità del capolavoro alla possibilità di essere riprodotto e quindi diffuso, condiviso, cioè un concetto già ben presente all’epoca della realizzazione delle opere. Infatti, a quel tempo, la sola possibilità di diffondere e conoscere le immagini era con la realizzazione di copie che poi, a loro volta, spesso sono divenute anch’esse “capolavori minori” tanta è la maestria di chi li ha realizzati. Il secondo concetto si riferisce alla possibilità di accedere all’opera pittorica in modo ravvicinato tanto quanto sarebbe assolutamente impossibile in ogni altro modo. La libertà di spostamento e di collocazione dell’opera diventa quindi un valore aggiunto insostituibile.

Oltre a Le Mostre Impossibili sarà possibile ammirare altre opere importanti: una copia importante de La Fornarina di Raffaello del XVI sec., una Gioconda nuda della Fondazione Primoli, come pure di grande interesse una riproduzione della bottega di Leonardo e, nelle sale della Biblioteca dei Lincei (che pure meritano una visita a parte) i libri posseduti e studiati dal genio di Vinci

Leonardo: la mostra impossibile si terrà fino a gennaio.

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