Un incremento del Pil dello 0,4% e la creazione di circa 177mila posti lavoro. Questi, secondo uno studio dell’università di Tor Vergata, dovrebbero essere gli effetti delle Olimpiadi di Roma 2024, il cui dossier per la candidatura è stato presentato oggi a Roma, al palazzo dei congressi dell’Eur e con lo schieramento, al gran completo, di istituzioni e campioni a partire da Luca Cordero di Montezemolo, presidente del comitato promotore, fino al presidente del Coni Giovanni Malagò e a una nutrita presenza di ex campioni dello sport azzurro, primi fra tutti l’ex atleta e l’ex fiorettista Fiona May e Diana Bianchedi, direttamente impegnate nell’organizzazione dell’evento.
Il dossier ha anche dato un’idea delle dimensioni della manifestazione, che Roma ha ospitato già nel 1960 (“E fu anche la sede delle prime Paralimpiadi”, ricorda commosso il presidente del Cip Luca Pancalli), ricordando la performance di Londra 2012: oltre 10 mila atleti (dai 5mila di Roma ‘60), 204 nazioni rappresentate e un’audience globale di più di 4,5 miliardi di telespettatori. “I conti delle ultime Olimpiadi – recita il documento ufficiale – hanno registrato 2 milioni di soggiorni con un flusso economico per il Paese ospitante di oltre 1,5 miliardi di euro”.
“Le Olimpiadi invernali di Torino 2006 – ha anche ricordato Montezemolo – hanno cambiato non solo la città ma anche i torinesi”. Questa è l’esperienza che si vorrebbe ripetere anche per Roma, all’insegna della sostenibilità, della sobrietà e della trasparenza. “Il 70% degli impianti sportivi per i Giochi del 2024 è già disponibile”, sostiene il dossier presentato oggi. Il progetto prevede per il resto strutture amovibili e temporanee in complessi già esistenti, come ad esempio nella nuova Fiera di Roma o nel quadrante di Tor Vergata, che saranno collegati con il terzo polo Olimpico (Foro Italico) attraverso specifiche opere di mobilità sostenibile, tra cui la corsia Olimpica che eviterà l’attraversamento della città, riducendo l’impatto sul territorio. Per queste opere si parla di costi per 3,2 miliardi di euro, secondo quanto emerso in buona parte recuperabili con le sponsorizzazioni e i contributi Cio.
Nel caso in cui Roma riuscisse a imporre la sua candidatura potrebbero invece rendersi necessari interventi di adeguamento a impianti già esistenti, come per esempio quelli per lo stadio Olimpico e soprattutto per lo stadio Flaminio, che versa in condizioni di totale abbandono e per il quale Malagò ha promesso il massimo impegno: “Il Flaminio è una ferita della città, chi è che non vuole recuperare questo meraviglioso stadio pieno di storia? Speriamo di non aspettare il settembre 2017 per sistemare la situazione dell’impianto, ma comunque se dovessimo vincere le Olimpiadi noi promettiamo di risolverlo”.
Le infrastrutture nuove vere e proprie dovrebbero essere sostanzialmente quattro, per un costo orientativamente previsto in 2,1 miliardi di euro (secondo il budget provvisorio presentato oggi il costo complessivo sarà dunque appena superiore ai 5 miliardi di euro, in netta controtendenza rispetto alle ultime edizioni): il Palazzetto dello Sport, un nuovo villaggio Olimpico per le residenze degli atleti, il centro Media di Saxa Rubra e il velodromo (che può essere realizzato con un impianto in parte provvisorio e in parte strutturale). In cantiere dovranno essere messi anche – secondo quanto dice il dossier – il completamento dell’anello ferroviario, il collegamento veloce del treno con Fiumicino, già allo studio, lo stesso sviluppo dell’aeroporto, che prevede un graduale incremento della capacità del traffico passeggeri, il parco fluviale del Tevere, previsto dal Comune, e poco altro.
I TRE POLI OLIMPICI
L’obiettivo, ambizioso, è quello di creare tre zone della città collegate da una cosiddetta corsia Olimpica. Il Comune di Roma e il Comitato Roma 2024 hanno infatti sciolto gli ultimi nodi relativi ai Poli sportivi che saranno interessati dalle Olimpiadi. Sono:
– il Foro Italico, grande parco naturale in cui sono immersi gli impianti sportivi, frutto della legacy delle Olimpiadi del 1960, e il quartier generale del Coni. Qui troveranno casa sport come atletica, nuoto, finale di calcio e cerimonie di apertura e chiusura; inoltre, la grande area di Tor Vergata, dove oggi insistono soprattutto un grande Ospedale e una delle più importanti Università di Roma.
– la zona di Tor Vergata, che sarà riqualificata e con l’occasione sarà completata la Vela di Calatrava che fungerà da nuovo palazzetto dello Sport per le partite di pallavolo e pallamano. A Tor Vergata sorgerà anche il Villaggio Olimpico che sarà poi destinato a grande campus universitario per le residenze degli studenti e in parte all’ampliamento delle attività di ricerca dell’Ospedale.
– la nuova Fiera di Roma, infine, con i suoi grandi spazi potrà ospitare le strutture temporanee di alcune discipline
sportive come scherma, judo, lotta, pesistica, tennis tavolo e pugilato.
Accanto a questi tre Poli, è previsto appunto il restauro dello stadio Flaminio che ospiterà il rugby a 7 e il penthatlon, e il palazzetto dello sport di Nervi in viale Tiziano. A questo elenco si aggiungono le discipline sportive da strada. Per la maratona, per esempio, il sogno di Roma 2024 prevede l’arrivo sotto l’Arco di Costantino, come nel 1960, in un percorso simbolico che potrebbe costeggiare San Pietro, la Sinagoga e la Moschea. Il ciclismo dovrebbe correre sui Fori Imperiali, mentre il beach volley sarà ospite del Circo Massimo. Per l’equitazione, sono in lizza Piazza di Siena dentro villa Borghese e i Pratoni del Vivaro.
Non solo Roma però: la candidatura coinvolgerà anche altre città italiane. Per le regate veliche, infatti, è stata scelta Cagliari, mentre per il torneo di calcio, oltre alla Capitale, saranno coinvolte Udine, Verona, Milano, Bologna, Genova, Bari, Palermo, per la prima volta sede di Giochi olimpici, Torino, Napoli e Firenze.
PROSSIME TAPPE
Dopo la presentazione del dossier, la prossima tappa della lunga corsa all’assegnazione, che avverrà il 13 settembre 2017 a Lima, in Perù, è la definizione della governance giuridica ed economica dell’evento. Insomma, chi lo gestirà e con quali soldi: forse la fase più delicata, il cui documento andrà presentato entro il 7 ottobre di quest’anno al Cio, dopo aver visionato le Olimpiadi di Rio. Sempre a ottobre, a Doha, le città candidate si presenteranno all’Associazione dei comitati olimpici di tutto il mondo: al momento, dopo il ritiro lo scorso novembre di Amburgo, le città in lizza sono quattro: oltre a Roma, Parigi (che ha ospitato le edizioni del 1900 e del 1924 e che ha provato a candidarsi senza successo per le edizioni del 1992, 2008 e 2012), Los Angeles (sede delle edizioni del 1932 e del 1984) e Budapest, che non ha mai ospitato i Giochi. Altra tappa cruciale sarà il 3 febbraio 2017, quando andrà presentato il piano definitivo dell’organizzazione al Cio. Il quale, entro l’estate del prossimo anno, pubblicherà il rapporto di valutazione di tutte le città candidate. La corsa è ancora lunga, ma è ufficialmente iniziata.