Banche Marche, Etruria, Carife e CariChieti: per la presidenza delle quattro nuove banche-ponte che nasceranno con il salvataggio degli istituti deciso domenica dal Consiglio dei ministri, Banca d’Italia ha indicato Roberto Nicastro, fino a due mesi fa direttore generale di UniCredit. Sarà lui a presiedere i consigli d’amministrazione di ciascuna banca-ponte i cui consigli d’amministrazione saranno nominati dall’Autorità di Risoluzione.
Il capitale delle quattro nuove entità, cui andranno le attività positive delle banche oggetto del salvataggio, è stato ricostituito per ciascuna in misura pari a circa il 9% dell’attivo ponderato per il rischio. La Nuova Banca Marche ha un capitale di 1 miliardo, la nuova Banca Etruria di 400 milioni, la Nuova Carife di 200 e la Nuova CariChieti di 100 milioni.
Le vecchie banche, svuotate di attività e passività, contenitori residui di perdite e delle loro coperture, vengono poste in liquidazione coatta amministrativa.
LA UE DICE SI’
Il decreto del governo italiano ha ottenuto il via libera da Bruxelles. Per l’Antitrust europeo ricorrere al Fondo di risoluzione nazionale per le quattro banche, la cui quota combinata rappresenta circa l’1% del mercato italiano, “minimizza la necessità di aiuti di stato senza falsare indebitamente la concorrenza” proteggendo interamente nel contempo i depositi. Il trasferimento alle banche-ponte di tutti gli attivi e di tutte le passivita’ delle banche, tranne il capitale proprio e il debito subordinato rimanenti, “stabilizzerà l’attività svolta in precedenza dalle quattro banche tutelando al tempo stesso i depositanti”. L’obiettivo è vendere le banche-ponte attraverso “un processo aperto e non discriminatorio al fine di massimizzare il prezzo di vendita”
IL CONTO PER INTESA
Si apprende inoltre che vale nel complesso 1,7 miliardi l’intervento pro-quota del gruppo Intesa Sanpaolo nel processo di risoluzione di Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara.
Nel dettaglio, informa una nota di Intesa San Paolo, è prevista l’erogazione di un finanziamento a favore del Fondo di risoluzione per circa 780 milioni di euro, corrispondente alla quota di pertinenza di un finanziamento complessivo di 2.350 milioni di euro, che verrà rimborsato nel corso del mese di dicembre 2015 con i contributi che saranno stati versati al Fondo dal sistema bancario italiano.
C’è poi l’erogazione di un finanziamento a favore del Fondo per circa 550 milioni di euro, corrispondente alla quota di pertinenza di un finanziamento complessivo di 1.650 milioni di euro, a breve termine (scadenza 18 mesi meno un giorno), a fronte del quale la Cassa Depositi e Prestiti ha assunto un impegno di sostegno finanziario in caso di incapienza del Fondo alla data di scadenza del finanziamento.
Infine ci sono oneri connessi al versamento del contributo straordinario al Fondo pari a circa 380 milioni di euro ante imposte, che verranno registrati nel conto economico del quarto trimestre 2015, in aggiunta ai circa 95 milioni relativi al contributo ordinario per il 2015 già spesati nel primo semestre dell’anno.