Mentre la crisi politica imperversa, due provvedimenti cruciali per la tenuta del sistema economico italiano rimangono in sospeso. Si tratta del nuovo decreto Ristori – che vale 32 miliardi: una cifra superiore a quella di una normale finanziaria – e del nuovo rinvio per le notifiche di cartelle esattoriali e pignoramenti. Dopo le dimissioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il governo rimane in carica per sbrigare solo gli affari correnti, una categoria in cui rientrano i provvedimenti d’emergenza legati alla pandemia. A livello informale, fonti dell’esecutivo hanno confermato infatti che i due interventi saranno varati la settimana prossima, forse in un unico contenitore.
La situazione resta però complicata, perché, se a inizio febbraio non ci sarà ancora una maggioranza, i ministri potrebbero non riuscire a trovare un accordo sulla destinazione e sui meccanismi di distribuzione dei 32 miliardi. Del resto, l’intesa era difficile già prima della spaccatura: sui ristori alle partite Iva per le perdite subìte durante la seconda ondata dei contagi, ad esempio, alcuni membri del governo volevano prendere come punto di riferimento i ricavi, altri gli utili.
Quanto alle cartelle da notificare, sono 50 milioni quelle accumulate nel 2020 e all’inizio si pensava di smaltirle inviandone almeno 4 milioni al mese (in aggiunta a quelle nuove, ovviamente). In seguito, però, la paura di fomentare la rabbia sociale e di creare assembramenti alle Poste ha indotto il governo a prendere tempo, varando una mini-proroga fino a lunedì primo febbraio. Serve perciò un nuovo decreto per un ulteriore slittamento dei termini.
A questo proposito, “nell’attesa che si configuri una nuova maggioranza a seguito di una crisi incomprensibile, è urgente procedere già ora al rinvio delle cartelle esattoriali – dichiarano in una nota congiunta i deputati M5S della commissione Finanze – Non è pensabile scaricare su imprese e contribuenti 50 milioni di atti tutti in un colpo, che verrebbero inviati a partire da lunedì prossimo. La situazione economica è eccezionale e questo Governo ha la possibilità, anche in regime di ordinaria amministrazione, di prolungare di almeno un mese l’attuale sospensione. Sarà poi compito della prossima maggioranza definire una nuova Rottamazione e il Saldo e stralcio, così da alleggerire il carico nel frattempo accumulato”.
Non solo: la crisi politica rischia di rallentare il via libera anche ad altri provvedimenti decisivi, come la proroga del blocco dei licenziamenti (si stima che i posti di lavoro a rischio siano 200mila) e il prolungamento della cassa integrazione. Sul secondo punto, il Pd – come spiegato dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri – punta a una soluzione selettiva, mentre il Movimento 5 Stelle spinge per un rinvio generale.