Condividi

Ristoranti 2018: Il Gambero Rosso detronizza Bottura, Niko Romito leader in Italia

Colpo di scena nella grande ristorazione italiana – Bottura perde il primo posto – Sale Romito – In ascesa anche Heinz Beck

Colpo di scena nel mondo della grande ristorazione italiana: Massimo Bottura, chef e proprietario della mitica Osteria Francescana di Modena, ristorante premiato con tre stelle Michelin, eletto primo ristorante al mondo nella lista dei The World’s 50 Best Restaurants Awards 2016 di New York (primo ristorante italiano ad aggiudicarsi il titolo) chiamato dal governo italiano a cucinare per capi di Stato o di Governo, come l’allora presidente francese François Hollande, o la cancelliera tedesca Angela Merkel presso il Museo Ferrari a Maranello, oppure ancora per l’ex presidente americano Barack Obama è stato detronizzato nella Guida dei Ristoranti del Gambero Rosso 2018 e collocato al secondo posto sul podio dei migliori ristoranti d’Italia premiati con le tre forchette.

Al primo posto sale invece quest’anno Niko Romito, cuoco autodidatta, innamorato del territorio, figlio di pasticcieri, ex studente di economia dedicatosi alla cucina per motivi familiari che da una modesta osteria messa su dal padre è arrivato a un Ex convento del ’500, il Reale di Castel di Sangro nel Parco Nazionale d’Abruzzo, conquistando tre stelle Michelin e piazzandosi in breve tra i migliori cinquanta chef del mondo. E che tra l’altro trova anche il tempo di firmare i ristoranti dei nuovi Bulgari Hotel nel mondo a Pechino, Dubai, Shangai, e Mosca.

Nella classifica stilata dai giudici del Gambero Rosso in seconda posizione accanto a Bottura si colloca un altro personaggio mitico della ristorazione italiana, Heinz Beck de la Pergola dell’hotel Rome Cavalieri di Roma.

Con 38 Tre Forchette che premiano l’alta ristorazione italiana e 25 Tre Gamberi che premiano le trattorie custodi della sapienza familiare il quadro delle segnalazioni della Guida Del Gambero Rosso raggiunge quest’anno il numero più alto di sempre da quando è nata la guida. Segno che  – osservano i curatori – la cucina italiana è più matura più che mai, i migliori esponenti del made in Italy fanno quadrato e mandano al mondo un messaggio chiaro: non è più tempo di sterili esercizi di stile, ma di concretezza e immediatezza di sapori e il  territorio resta  centro nevralgico del sistema e al cuore di tutto c’è l’ingrediente.

Tornando ai premi l’elenco dei migliori ristoranti d’Italia prosegue con una votazione di 94 punti su 100 con Piazza Duomo di Alba (CN), Villa Crespi di Orta San Giulio (NO), Le calandre di Rubano (PD), Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui Due Golfi (NA), La Torre del Saracino di Vico Equense (NA).

A  93 punti si collocano Uliassi di Senigallia(AN) pari merito con l’Enoteca Pinchiorri (FI), a  92 il Sant Hubertus del hotel Rosa Alpina di San Cassiano (BZ), Laite di Sappada (BL), il  Seta del Mandarin Oriental Milano (MI), la Trota di Rivodutri (RI), Siriola dell’hotel Ciasa Salares di San Cassiano (BZ),  Lorenzo di Forte dei Marmi (LU), Dal pescatore di Canneto Sull’Oglio (MN), Da Vittorio di Brusaporto (BG).  

Con 91 voti l’elenco prosegue con La Madia di Licata (AG), Berton (MI), Taverna Estia di Brusciano (NA), Duomo (RG), Madonnina del Pescatore di Senigallia (AN), Ilario Vinciguerra del Restaurant a Gallarate (VA), Casa Vissani a Baschi (TR).

A 90 troviamo Le Colline ciociare di Acuto (FR), il Pagliaccio (Roma), Altman a Villa Rospigliosi di Lamporecchio (PT), Enrico Bartolini Mudec Restaurant (Mi), D’O di Cornaredo (MI), Pascucci al Porticciolo di Fiumicino (Roma), S’Apossentu di casa Puddu a Siddi (VS), Agli amici dal 1887 di Udine, Imago dell’hotel Hassler (Roma), Miramonti l’Altro a Concesio (BS), Da Caino a Montemerano (GR), Quattro passi a Massa Lubrense (NA),  Romano di Viareggio (LU).

Il premio Novità dell’anno è andato a Signore te ne ringrazi, la nuova creatura di Michele Biagiola a Montecosaro (MC) mentre quello come Ristoratore dell’anno a Stefan Wieser de la Siriola dell’Hotel Ciasa Salares di San Cassiano (BZ).

Il premio dei Tre gamberi, ovvero delle trattorie che esaltano territorio e tradizioni familiari con un occhio alla qualità  è andato a: Locanda Mariella di Calestano, La locandiera Bernalda di Matera,  La Madia Brione di Brescia, la Masseria Barbera di Minervino Murge, Nero di seppia di Trieste, Osteria Ophice di Offida, Osteria del treno di Milano, Pretzhof a Val di Vizze, Sora Maria Arcangelo di Olevano Romano, Tischi Toschi di Taormina, Trippa di Milano, Vecchia Marina di Roseto degli Abruzzi, Osteria della villetta dal 1900 di Palazzolo sull’Oglio, e ancora Angiolina di Pisciotta a Salerno, Antica Osteria del Mirasole, Locanda di San Giovanni in Persiceto, Antichi Sapori di Andria, Osteria Bottega Bologna, La Brinca a Ne, Ai Cacciatori di Cavasso Nuovo, Il Capanno di Spoleto, il Consorzio di Torino,  Al convento di Cetara, Caffè La Crepa di Isola Dovarese,  Futura Osteria di Monteriggioni, La Locanda Delle Grazie di Curtatone.

Un premio speciale particolarmente interessante è andato a ristoranti che si segnalano per un ottimale rapporto qualità prezzo. Ce n’è per tutte le tasche, soprattutto per chi è attento al portafoglio: La Clusaz Gignod ad Aosta, da Fausto a Cavatore, Stefano Paganini alla Corte degli Alfieri di Magliano Alfieri, la Torre di Spilimbergo, La Vite di Coriano, Quel fantastico giovedì a Ferrara, In Vernice a Livorno, Sale Fino a Siena, Al mare a Fano, Nana Piccolo Bistrò a Senigallia, Satricum a Latina, Zunica 1880 a Civitella del Tronto, Borgo Spoltino a Mosciano Sant’Angelo, Il Papavero a Eboli, Megaron Paternopoli, Il foro dei Baroni a Puglianello, Osteria Arbustico a Valva, La Strega a Palagianello, Biafora a San Giovanni in Fiore, Pomodoro di Scicli, Su Carduleu a Abbasanta, Lucitta a Tortolì.

Commenta