Nel 2001 uno psicologo britannico effettuò un esperimento in cui chiedeva a tre persone di investire virtualmente 5mila sterline nel mercato azionario del Regno Unito. Le tre persone erano un operatore professionale, un astrologo ed una bambina di quattro anni. Il risultato fu sorprendente: alla fine dell’anno il commerciante aveva perso il 46,2% dell’investimento iniziale, l’astrologo il 6,2% mentre la bambina aveva ottenuto un risultato positivo del 5,8 per cento.
Lo riferisce un articolo dell’edizione italiana di Technlogy Review, secondo cui altri hanno condotto simili esperimenti con i medesimi risultati. L’implicazione di questi esperimenti è che le strategie d’investimento casuali sono buone come i modi tradizionali, o addirittura migliori.
Alessio Biondo dell’Università di Catania, insieme ad un paio di ricercatori, sta cercando di provare questa idea simulando le performance di quattro strategie tradizionali basate su 10 anni di dati storici provenienti da Germania, Regno Unito e mercati azionari statunitensi, per poi confrontarne i risultati con quelli di una strategia del tutto casuale.
I risultati di questo confronto sono simili per tutti i mercati analizzati: le strategie standard di trading hanno successo in orizzonti temporali brevi; tuttavia, in tempi lunghi, queste non si comportano meglio di una strategia puramente casuale. Inoltre, i risultati di una strategia casuale sono meno volatili di quelli delle tradizionali strategie di mercato e, pertanto, risultano meno rischiose.
Biondo sostiene come le strategie casuali di trading potrebbero diventare una forza potente del mercato proprio a causa della minore volatilità. Per esempio, questo tipo di approccio potrebbe contribuire a ridurre i comportamenti imitativi, facendo scoppiare eventuali bolle speculative prima che sia troppo tardi.