Il 2018 è iniziato con le tribolazioni dei mercati causate da una serie sempre più numerosa di polemiche politiche globali. Il 2017, al contrario, sarà ricordato come l’anno del crollo del livello di rischio calcolato dei portafogli globali e del concomitante aumento dell’esposizioni verso gli asset più rischiosi. A sottolineare quest’ultima realtà è ll’ultima edizione del Barometro dei Portafogli Globali elaborato dal Portfolio Research & Consulting Group (PRCG) di Natixis Investment Managers. In base allo studio infatti, tutte le regioni a livello internazionale, Italia compresa, hanno registrato un ribasso del livello di rischiosità dei portafogli. Nel nostro Paese in particolare, la bassa volatilità e correlazione delle diverse asset class ha spinto il Value at Risk dei portafogli italiani a un livello minimo mai registrato prima, sotto al 1%.
ASSET ALLOCATION: I PORTAFOGLI ITALIANI
Analizzando in particolare i portafogli, il basso livello di rischiosità è stato accompagnato da interessanti modifiche nell’ambito della stessa composizione. In particolare si è registrato un incremento dell’allocazione verso gli asset più rischiosi, con particolare preferenza verso le azioni non domestiche. Ciò però non vale per i portafogli moderati italiani, la cui asset allocation alla fine del 2017 è risultata invariata rispetto a quella di fine 2016, nonostante le mutate condizioni di mercato.
FONDI MULTI-ASSET ANCORA PROTAGONISTI
Rispetto ai benchmark europei, gli investitori italiani hanno confermato la loro preferenza verso gli asset europei, a causa del rischio di cambio (soprattutto verso il dollaro americano) insito nelle allocazioni che replicano gli indici di riferimento. I fondi multi-asset, o i fondi ad asset allocation dinamica, continuano invece ad avere un posto di rilievo nei portafogli italiani, dove rappresentano in media circa un quarto dell’asset allocation.
Alessandro Marolda, senior analyst del PRCG di Natixis Investment Managers sottolinea: “Mentre negli anni passati la scelta di puntare su asset europei si era rivelata controproducente, la recente sovraperformance europea ha aiutato alcuni portafogli italiani a battere i benchmark tradizionali in termini risk-adjusted, soprattutto nel 2017. Nel complesso anche i fondi multi-asset hanno ottenuto buoni risultati, grazie alla buona performance degli asset tradizionali”.
Nonostante le strategie alternative offrano l’allocazione con la minore correlazione con le asset class tradizionali, sottolinea Natixis, nei portafogli italiani esse sono utilizzate in proporzione decisamente inferiore rispetto ai fondi multi-asset. Tuttavia qualcosa sta cambiando.
Antonio Bottillo, country head per l’Italia di Natixis Investment Managers, dichiara: “Da inizio anno gli indici si sono spostati dai minimi storici della volatilità a livelli superiori alla media. Rispetto al 2017 il contesto è cambiato. Gli investitori si stanno allontanando progressivamente dall’obbligazionario per avvicinarsi alle strategie alternative. In ambito azionario. Alla luce del contesto attuale, gli investitori hanno iniziato a riflettere con più attenzione sulla diversificazione nei segmenti azionari e abbiamo visto crescere la domanda di strategie azionarie più flessibili, in grado di variare l’esposizione al rischio azionario; nel frattempo, sono emersi anche altri fattori nel panorama azionario – per esempio i fondi ESG (improntati a principi etici, sociali e di governance)”.