Il 2019 inizia in terreno positivo per l’industria italiana del risparmio gestito. Secondo l’ultima mappa mensile di Assogestioni, pubblicata venerdì mattina, a gennaio la raccolta è stata positiva per 55,3 milioni di euro.
Di questa somma, tuttavia, circa 53 miliardi sono legati a un’operazione straordinaria interna al gruppo Poste Italiane, che ha dato mandato alla Sgr di gruppo di gestire il patrimonio di BancoPosta.
Al netto di questa operazione il saldo del primo mese dell’anno rimane comunque positivo per oltre due miliardi, in miglioramento rispetto alla contrazione da 1,55 miliardi registrata a dicembre.
Nel dettaglio, a gennaio è tornata positiva la performance dei fondi aperti (+600 milioni di euro, dai -1,56 miliardi di dicembre), mentre quella dei fondi chiusi è peggiorata sensibilmente, pur rimanendo nel territorio dell’espansione (+92 milioni, contro i +720 milioni del mese precedente).
Rialzano la testa sia le gestioni collettive (+692 milioni, da -843 milioni) sia quelle di portafoglio, con le retail a +2,1 miliardi (da -523 milioni) e i mandati istituzionali, beneficiari dell’effetto Poste, a +52,5 miliardi (da -182 milioni).
Nel complesso, il patrimonio del risparmio gestito italiano è arrivato a quota 2.106,5 miliardi, contro i 2.016,7 di fine 2018.
Tra i fondi si registra un crollo per gli obbligazionari (che nel confronto mensile passano da +147 milioni a -1,44 miliardi), mentre la contrazione dei flessibili passa da -1,41 a -1,46 miliardi. Flussi positivi, anche se di poco, per gli azionari (da -562 milioni a +26 milioni), mentre i bilanciati, dopo il saldo di +2 milioni di dicembre, si portano a +187 milioni.
Protagonisti del mese sono i fondi monetari, che hanno registrato una raccolta netta positiva per 3,35 miliardi, in netto miglioramento dai +273 milioni di dicembre.
Per quanto riguarda i principali gestori, Assogestioni fa sapere che a gennaio il gruppo Generali ha fatto segnare una raccolta netta positiva per 3,4 miliardi di euro, con un patrimonio gestito di 478,7 miliardi (23,4% del totale). Le Generali, per altro, precisano che il dato di raccolta è “dovuto principalmente ad operazioni infragruppo”.
Il gruppo Intesa Sanpaolo segna un saldo di -1,5 miliardi, con masse per quasi 390 miliardi (19%), mentre Amundi registra deflussi pari a -4,54 miliardi (-6 miliardi da mandati istituzionali), con un gestito di 186,5 miliardi (9,1%). Anima Holding ha chiuso gennaio con un saldo di raccolta di +68,8 milioni e un patrimonio gestito di 176,1 miliardi (8,6% del totale). Infine, le Poste segnano +59,6 miliardi, riferibili per intero alle gestioni istituzionali (-38 milioni i fondi aperti), con masse che sfiorano gli 80 miliardi (3,9%).