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Risparmio, Patuelli: “Vigilanza Bce ostacola le fusioni bancarie”

La Vigilanza della Bce “non sta rappresentando una svolta per la ripresa, ma appesantisce misure che da prudenziali si trasformano paradossalmente in ulteriore incertezza per le banche stesse che, invece, necessitano di maggiore redditività”. Lo ha detto il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, nel corso del suo intervento alla 92esima Giornata del Risparmio, organizzata a Roma dall’Acri.

Secondo Patuelli, “è indispensabile un salto di qualità delle strategie europee e una verifica dell’esperienza della Vigilanza unica”, anche perché “il 2017 vedrà un numero ridottissimo di gruppi bancari e banche indipendenti in Italia a seguito delle riforme nazionali, ma ostacolate dalla Vigilanza unica che spesso chiede capitali supplementari per le nuove aggregazioni, che sono state sfavorite anche dall’anacronistica sopravvivenza nostrana dell’Iva infragruppo”.

GUZZETTI: FONDO ATLANTE A RISCHIO

“Il contenuto numero di adesioni ad Atlante rischia di vanificare lo scopo per cui il fondo è stato costituito: cioè che Atlante non sia solo (o soprattutto) uno strumento per governare alcune emergenze, quanto piuttosto un intervento ad ampio spettro capace di creare un vero mercato degli Npl e di alzare così il valore di cessione delle sofferenze da parte delle banche”. Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, torna a rinnovare le sue critiche al comportamento di quelle banche, come Bnp Paribas e Credit Agricole da lui esplicitamente menzionate mercoledì, che non hanno aderito al fondo di salvataggio delle banche.

“Ricordo che senza i 536 milioni conferiti ad Atlante dalle Fondazioni la soglia dei 4 miliardi di euro fissata dalla Bce non sarebbe stata raggiunta”, ha aggiunto Guzzetti. Secondo il numero uno dell’Acri, “bisogna anche calmare gli isterismi dei mercati finanziari” e per riuscirci “ad Atlante devono essere messi a disposizione i mezzi adeguati, altrimenti la funzione del fondo sarà limitata e marginale”.

Quanto alla vendita delle nuove Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche, le good bank nate dalla procedura di risoluzione dei quattro istituti, per Guzzetti “la prosecuzione di un’eccessiva insistenza da parte della Vigilanza unica di Francoforte sulla capitalizzazione del soggetto acquirente o da parte della Commissione Ue sui presunti aiuti di Stato non renderebbe possibile il compimento di un’operazione che, diversamente, potrebbe avere i presupposti di un’accettabile definizione. Il primo test, e auspicabilmente anche l’ultimo, di una procedura di risoluzione non può concludersi negativamente e, comunque, non lo sarà per responsabilità italiana”.

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