Malgrado la volatilità e le incertezze causate dalla guerra in Ucraina, l’industria italiana del risparmio gestito chiude il primo trimestre con una raccolta netta positiva, anche se in rallentamento rispetto ai tre mesi precedenti. Stando alla mappa mensile di Assogestioni, fra gennaio e marzo i flussi hanno registrato un risultato positivo per 10,9 miliardi di euro, che si confronta con i +23,2 miliardi del quarto trimestre 2021.
Masse gestite in calo
Il patrimonio complessivo gestito dall’industria, che per il 52,4% riguarda le gestioni collettive, al 31 marzo si attestava a 2.486 miliardi, in calo dai 2.594 miliardi dello scorso 31 dicembre.
Gestioni collettive
A fare la parte del leone sono ancora una volta i fondi aperti, con +12,8 miliardi a fine marzo, in linea con i tre mesi precedenti (12,9 miliardi). Se si aggiunge il risultato dei fondi chiusi (+1,2 miliardi, dal precedente +3,3 miliardi), il totale delle sottoscrizioni nette delle gestioni collettive ammonta a +14 miliardi (da +16,2 miliardi).
Gestioni di portafoglio
Le gestioni di portafoglio, invece, nel primo trimestre registrano una prevalenza di deflussi, pari a -3,1 miliardi, contro i +7 miliardi del quarto trimestre 2021. Questo settore, spiega Assogestioni, risente in particolare di alcune operazioni infragruppo nell’ambito dei mandati istituzionali.
I risparmiatori preferiscono i fondi azionari
Tra i fondi, i risparmiatori hanno nuovamente indirizzato le loro preferenze ai prodotti azionari, che nel primo trimestre accelerano con una raccolta netta positiva per 9,2 miliardi (dal precedente +6,9 miliardi), e ai bilanciati (+5,2 miliardi, dopo +5 miliardi).
Il saldo delle sottoscrizioni sui flessibili, invece, si assottiglia a +364 milioni, da +2 miliardi, mentre sugli obbligazionari si registra un disinvestimento complessivo pari a 5,4 miliardi (dopo +2,1 miliardi). Infine, tornano in auge i fondi monetari con +3,4 miliardi, dopo -3,1 miliardi.
I fondi di diritto italiano hanno chiuso il trimestre con flussi netti negativi per -72 milioni dopo i +3 miliardi registrati nei tre mesi precedenti, mentre per i fondi esteri il bilancio si rafforza a +12,8 miliardi (dopo +9,9 miliardi).