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Riscaldamento, da Milano a Torino e Bologna: quando si possono accendere i termosifoni? Ecco le date

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Con l’arrivo dell’autunno e il brusco crollo delle temperature, la domanda che sorge spontanea è: quando si possono accendere i riscaldamenti? L’uso dei riscaldamenti in Italia è regolamentato da un decreto del Presidente della Repubblica (16 aprile 2013) che stabilisce date specifiche, temperature massime e ore di funzionamento giornaliere, tutte differenziate in base alla zona geografica in cui ci si trova.

L’Italia è infatti suddivisa in sei zone climatiche, determinate in base alle temperature medie stagionali. A Milano, ad esempio, che si colloca nella Zona E, si possono accendere i termosifoni dal 15 ottobre fino al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno. A Roma, in Zona D, i caloriferi possono scaldare gli ambienti dal 1° novembre al 15 aprile, con un limite di 12 ore giornaliere. E per chi vive in luoghi più miti, come Lampedusa, che appartiene alla Zona A, l’accensione è consentita solo dal 1° dicembre al 15 marzo, con un massimo di 6 ore al giorno. Queste differenze rispecchiano le diverse necessità climatiche del territorio italiano, favorendo un uso del riscaldamento più responsabile ed efficiente.

Tuttavia, le amministrazioni comunali possono derogare a queste norme, come già successo in passato in caso di emergenza legate al freddo o al caldo.

Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte: quando si può accendere il riscaldamento?

Per il periodo 2024-2025, i termosifoni potranno essere accesi dal 15 ottobre al 1° dicembre, a seconda della zona. La chiusura è prevista, salvo eventuali deroghe, tra il 15 marzo e il 15 aprile 2025. Ecco le sei zone climatiche e le relative date:

  • Zona A: comprende Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa. Qui, i termosifoni possono essere accesi dal 1° dicembre al 15 marzo (6 ore al giorno)
  • Zona B: include le province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani. In queste località, i riscaldamenti possono essere attivati dal 1° dicembre al 31 marzo (8 ore al giorno)
  • Zona C: comprende i territori di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. In queste aree, i termosifoni possono essere accesi dal 15 novembre al 31 marzo (10 ore al giorno)
  • Zona D: include le province di Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia e Viterbo. In queste località, l’accensione è consentita dal 1° novembre al 15 aprile (12 ore al giorno)
  • Zona E: comprende le province di Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza. In queste aree, i termosifoni possono essere accesi dal 15 ottobre al 15 aprile (14 ore al giorno)
  • Zona F: include i territori delle province di Belluno, Cuneo e Trento. In queste località, non ci sono limitazioni per l’accensione dei termosifoni.

Riscaldamento, si può accendere prima? Anticipazioni e deroghe

Negli ultimi giorni, l’arrivo anticipato del freddo ha colpito gran parte del Nord Italia, in particolare Milano, Torino, Bologna, Trento e Aosta, dove le temperature sono scese notevolmente, aumentando la voglia di accendere il riscaldamento. Anche se manca una settimana, un’ordinanza comunale milanese dello scorso ottobre precisa che gli impianti possono essere attivati anche “al di fuori del periodo di accensione consentito e senza alcuna ulteriore disposizione delle autorità”, ma per un massimo di 7 ore al giorno. Lo scorso anno, l’“ottobrata” e l’emergenza energetica legata alla crisi in Ucraina hanno costretto il Comune a ridurre il periodo di accensione di 15 giorni, iniziando solo il 22 ottobre e terminando l’8 aprile 2024.

Riscaldamento, quale temperatura deve esserci in casa? E cosa si rischia?

Per quanto riguarda le temperature in casa, la normativa prevede un massimo di 19 gradi, con una tolleranza di ±2 gradi. Negli edifici destinati ad attività industriali, il limite scende a 17°C. Prima dell’accensione, è fondamentale controllare il corretto funzionamento degli impianti, eseguire la manutenzione della caldaia e sfiatare i termosifoni. Fino al 31 dicembre 2024, è possibile usufruire del bonus caldaia per interventi di manutenzione straordinaria.

Infine, chi non rispetta le normative sul riscaldamento rischia sanzioni che vanno da 500 a 3.000 euro, con multe aggiuntive fino a 200 euro per violazioni dei regolamenti comunali o condominiali, che possono aumentare fino a 800 euro in caso di recidiva.

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