“La soluzione delle situazioni aziendali dissestate e la ripresa economica stanno dissipando i rischi sulla tenuta del sistema Italia. Il giudizio dei mercati sulle prospettive delle banche italiane è migliorato negli ultimi mesi, riflettendosi in una robusta ripresa dei prezzi delle azioni”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo mercoledì mattina all’assemblea dell’Associazione bancaria italiana (Abi).
“Ma rimane molto da fare – ha aggiunto il numero uno di Via Nazionale – per raggiungere una configurazione del settore in cui le banche siano in grado di generare utili adeguati a sostenere livelli di patrimonializzazione richiesti dalle regole a tutela della stabilità dei singoli intermediari e del sistema nel suo complesso”.
VISCO: BAD BANK PUBBLICA UTILE, MA ACQUISTI NPL A VALORI REALI
Quanto all’ipotesi di una bad bank pubblica, “siamo convinti che l’introduzione di una misura di questo tipo sarebbe potenzialmente utile – ha sottolineato il Governatore – purché rapidamente definita. Affinché possa avere effettivamente successo, il prezzo di trasferimento degli attivi non dovrebbe essere troppo distante dal loro reale valore economico. L’adesione allo schema da parte degli intermediari dovrebbe avvenire su base volontaria e le caratteristiche dei piani di ristrutturazione delle banche partecipanti dovrebbero essere stabilite ex ante”.
MPS, VISCO: RICAPITALIZZAZIONE VA COMPLETATA ENTRO INIZIO AGOSTO
Sul fronte Mps, il Governatore ritiene che l’iter della ricapitalizzazione “vada completato entro l’inizio di agosto con l’emanazione dei decreti ministeriali di attuazione”. Il Tesoro, in caso di ristoro integrale degli obbligazionisti subordinati retail, metterà risorse per 5,4 miliardi, acquisendo una quota di circa il 70% nella banca senese: “Una volta riportata la banca su adeguati livelli reddituali, lo Stato cederà sul mercato la propria partecipazione, valorizzando l’investimento ora effettuato”.
SALVATAGGI BANCARI, VISCO: “MANCA UN COORDINAMENTO EUROPEO”
“La gestione delle crisi bancarie è oggi affidata a una molteplicità di autorità e istituzioni indipendenti; manca un’efficace azione di coordinamento che definisca le priorità e guidi l’utilizzo dei margini di discrezionalità che la normativa riconosce. Lo testimoniano anche le difficoltà emerse nell’individuare una soluzione per la crisi delle banche venete. Occorre inoltre stabilire precise modalità con cui dare conto delle decisioni prese”.
BANCHE, VISCO: TAGLIARE STIPENDI. IN 5 ANNI RENDIMENTO CAPITALE NULLO
Visco ha poi ricordato che “dal 2008 il numero dei dipendenti delle banche è sceso del 12%. È un processo destinato a proseguire, anche con il ricorso a ben calibrate misure di accompagnamento all’interruzione anticipata del rapporto di lavoro. La riduzione dei costi dovrà in questa transizione riguardare anche le remunerazioni complessive, a tutti i livelli, e ridurre sul piano organizzativo ridondanze ancora diffuse”.
Sul piano della redditività, “in Italia il calo degli utili del settore bancario è stato particolarmente pronunciato: il rendimento del capitale, attorno al 10% alla metà dello scorso decennio, è stato, al netto di fattori eccezionali, pressoché nullo negli ultimi cinque esercizi”.
VISCO: LA RIPRESA SI RAFFORZA, MA AVANTI CON LE RIFORME
Per quanto riguarda il quadro generale dell’economia italiana, secondo Visco “si è rafforzata e i più recenti indicatori congiunturali confermano l’accelerazione dell’attività produttiva. Gli ultimi sondaggi presso famiglie e imprese segnalano nel complesso un consolidamento della fiducia su livelli elevati e il riavvio degli investimenti. Le prospettive per le esportazioni e l’occupazione rimangono favorevoli. La maggiore crescita si riflette positivamente sugli andamenti del credito, anche se la domanda di finanziamenti da parte delle imprese resta debole, risentendo dell’ampia disponibilità di fondi propri e delle difficoltà di alcuni settori”.
Tuttavia, “in Italia lo sviluppo economico è ancora frenato dalle rigidità e dalle inefficienze del contesto in cui operano le imprese – ha continuato il governatore – oltre che dalla debole dinamica della produttività. Va proseguito il processo di riforma, che richiede impegno da parte di tutti, lungimiranza e interventi volti a lenire i costi della transizione. Per cancellare l’eredità della crisi economica più grave e profonda nella storia del nostro paese, le cui conseguenze sono visibili nei picchi raggiunti dalla disoccupazione, dall’incidenza del debito pubblico sul prodotto e da quella dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti delle banche, serve più di una ripresa congiunturale”.
PATUELLI: DA UNIONE BANCARIA TRAUMI E COSTI ECCESSIVI
In presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha sottolineato nel corso dell’assemblea che le regole introdotte dall’Unione bancaria in Europa hanno portato “traumi e costi eccessivi. Dopo la privatizzazione delle banche pubbliche in Italia le crisi bancarie sono state affrontate per anni sotto la guida della Banca d’Italia, senza infliggere traumi ai risparmiatori e alle banche concorrenti. Invece le regole dell’Unione bancaria nascente hanno portato traumi e costi eccessivi. Bisogna rivedere criticamente le esperienze di questi quasi tre anni di nascente Unione bancaria per correggere strutturalmente i processi decisionali europei non sempre comprensibili, le inammissibili e incostituzionali retroattività, le scelte estreme, le forzature come le svalutazioni imposte alle quattro banche oggetto di risoluzione, come se avessero dovuto liquidare (cioè svendere) immediatamente i loro crediti deteriorati”.
Patuelli ha poi rimarcato che ora servono semplificazioni normative e trasparenza, perché “nel 2016, per il solo comparto bancario, finanziario e assicurativo sono state emanate 1.247 fonti normative che si ripercuotono su tutto il mondo produttivo. Circa cinque per ogni giorno lavorativo”.
BANCHE, PATUELLI: AGGREGAZIONI PREVENGONO FUTURE CRISI
Secondo il numero uno dell’Abi, le aggregazioni bancarie “potranno servire per prevenire altre eventuali crisi e l’Italia vedrà a inizio 2018 un numero molto basso in assoluto e rispetto alle medie europee di 115 gruppi bancari e banche singole indipendenti, oltre alle succursali di banche estere. Bisogna però fare attenzione a non estremizzare e a non comprimere l’indispensabile concorrenza nei mercati locali, dove il 95% delle imprese ha meno di dieci dipendenti”. Anche sul fronte degli sportelli Patuelli ha notato come nel 2016 si siano ridotti della cifra record di 1.231: “E calano ulteriormente e rapidamente”.