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Rio 2016: Vanessa Ferrari, un passo in più e sfuma la medaglia

Qualche passetto di troppo e Vanessa Ferrari lascia le Olimpiadi senza medaglia. L’atteso podio nella finale individuale al corpo libero non arriva ed è soprattutto l’ultima diagonale a compromettere le speranze di bronzo dell’azzurra, quei passettini in più al termine delle ultime acrobazie. Ancora una volta la campionessa italiana è quarta e sfiora un successo che non arriverà più. Si ripete infatti la delusione di Londra, ma a Rio il boccone è più amaro se è vero che la gara di ieri segna l’addio della farfalla di Orzinuovi alla ginnastica. Si chiude in questo modo, forse con qualche rimpianto, una carriera luminosa, costellata di successi, con otto medaglie d’oro nelle varie competizioni internazionali. A 26 anni il bilancio di questa piccola grande atleta è di gran lunga positivo e la medaglia olimpica è l’unico tassello mancante in un mosaico di vittorie, dove lei compare come la miglior ginnasta italiana di tutti i tempi.

In quest’occasione le possibilità di salire sul podio erano davvero poche, a causa della presenza di due fenomeni come l’immensa Simon Biles, medaglia d’oro e la splendida Alexandra Raisman. Le due stelle nordamericane, in questo momento, non hanno rivali in pedana. Non solo danno vita a un’acrobatica eccezionale, da far accapponare la pelle, con quelli che una volta si chiamavano salti mortali, doppi, tripli, avvitati, tesi o raccolti, ma anche perché eseguono queste difficoltà con una perfezione rara. Nei loro voli fantastici, sempre più alti e impossibili, queste atlete non perdono mai il controllo delle punte dei piedi, delle ginocchia, delle gambe, delle braccia. Questo fa la differenza. La giuria deve sempre fare le pulci agli esercizi dei campioni, per poter stilare una graduatoria, perché sono tutti bravi. Ma con loro è difficile trovare dei difetti e quando la Biles dà vita al suo esercizio il divario con le altre balza agli occhi. Sono belle le coreografie, le piroette, i movimenti delle braccia, quelli delle gambe, l’espressività e il gesto atletico. In due parole la ginnastica artistica si materializza in tutta la sua bellezza in questa ragazza di un metro e 44. Onore al merito dunque, in particolare a un’atleta che lascia la sua impronta sui giochi di Rio, vincendo ben 4 medaglie d’oro (a squadre, individuale, al volteggio e al corpo libero) e una medaglia di bronzo alla trave, dopo una caduta sull’attrezzo. 

Medaglia di bronzo al corpo libero ieri per la graziosa Amy Tinkler, ginnasta inglese che ha fatto l’esercizio giusto al momento giusto. È lei che “soffia” il premio a Vanessa, ma questa volta senza strascichi polemici. A Londra la giuria aveva dato lo stesso punteggio a Ferrari e Alija Mustafina, ma la medaglia era andata alla russa perché il suo corpo libero era più facile. Sembra un paradosso, ma il punteggio è frutto del giudizio sull’esecuzione sommato al grado di difficoltà, quindi un esercizio meno complicato che ottiene lo stesso voto di uno più complicato è semplicemente fatto meglio.

Questa volta non c’è niente da dire: Tinkler è più precisa e i giudici la premiano con 14.933 punti;  la differenza con Vanessa non è molta, ma c’è, 14.766 per l’azzurra.

Brava anche Erika Fasana, l’altra ginnasta italiana qualificata per la finale al corpo libero: sesto posto, con un totale di 14.533

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Tags: OlimpiadiRio