Le Utility possono giocare un ruolo fondamentale nel processo di transizione energetica e digitale delle PMI e PA, attraverso soluzioni e servizi innovativi disegnati specificatamente sulle loro esigenze. È quanto emerso dallo studio presentato dall’Osservatorio Agici-Accenture alla sua XXI Edizione.
Durante l’anno caratterizzato dalla crisi sanitaria e da quella economica, le Utility hanno dimostrato un’ottima resilienza, garantendo la continuità di tutti i servizi essenziali e registrando perdite contenute in termini di reddittività rispetto alle circostanze.
In quest’ottica, la transizione energetica offre alle Utility l’occasione per assumere un ruolo fondamentale nel processo di rinnovamento del Paese, anche considerata la sua centralità all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con oltre 80 miliardi di euro di investimenti destinati proprio all’innovazione di PMI e PA.
Il nuovo contesto tecnologico, il processo di elettrificazione e la generazione distribuita sempre in crescita impongono alle Utility di ripensare al proprio modello di business orientandolo verso un modello a piattaforma, passando da Utility integrate (produzione, distribuzione, fornitura) a orchestratori di un ecosistema in grado di mixare attività, prodotti e servizi propri con quelli di altri soggetti.
Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, le Utility ricopriranno un ruolo sempre più decisivo diventando loro “intermediari”. Il tutto attraverso un’offerta inclusiva, standardizzata ma anche facilmente personalizzabile, in grado di minimizzare le complessità tecniche e amministrative associate alla loro fruizione e, allo tempo tempo, all’accesso alle agevolazioni pubbliche disponibili.
Con questa logica, le Utility potranno orientare gli investimenti delle PMI verso l’autoproduzione da rinnovabili, l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile; potranno anche indirizzare scelte di economia circolare, con offerte per la gestione del ciclo rifiuti, e supportare la digitalizzazione con piattaforme “pronte all’uso” per la gestione aziendale, i pagamenti, l’e-commerce e il digital marketing.
Le PMI italiane sono una quota importante del tessuto economico nazionale, il loro percorso di trasformazione energetica potrebbe consentire una riduzione delle emissioni annuali di gas a effetto serra al 2030 fino a 60 milioni di tonnellate di CO2.
Le Utility, però, hanno anche il potenziale per supportare la Pubblica Amministrazione in tutte le fasi della riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico. La grande sfida dei prossimi anni sarà per le Utility quella di guidare la trasformazione delle nostre città abilitando tutte le soluzioni orientate alla Smart City, in grado di migliorare la sostenibilità e la qualità di vita dei cittadini come la mobilità sostenibile, la gestione del ciclo rifiuti e del ciclo idrico, la logistica, l’illuminazione pubblica, la sicurezza e l’abilitazione di percorsi culturali intelligenti.
Secondo i risultati dello studio le Utility possono diventare i veri protagonisti della transizione energetica, rilanciando due perni del tessuto economico e sociale italiano che nel corso degli anni hanno accumulato molti ritardi in termini di competitività e innovazione, e che adesso sono al centro del piano di interventi previsti dal governo per il rilancio del Paese.
In occasione della presentazione dello studio sono stati consegnati i premi Manager Utility 2020 da parte della Rivista Management delle Utilities e delle Infrastrutture (MUI), Francesco Starace, Amministratore Delegato Enel, vincitore del Manager dell’anno 2019 ha insignito Agostino Re Rebaudengo di Elettricità Futura e Michaela Castelli di Utilitalia, rispettivamente, per le categorie “Energia” e “Servizi Pubblici Locali”.
“La transizione energetica in atto offre un’occasione unica per le Utility per assumere un ruolo forte nel processo di rinnovamento del Paese – ha dichiarato Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utility di Accenture Italia – e nella creazione di un ecosistema inclusivo e sostenibile in grado non solo di offrire servizi innovativi, ma di migliorare il conto economico, la reputazione e la competitività di PMI e PA, generando benefici rilevanti a livello sociale e ambientale con la riduzione di gas effetto serra, minore accumulo di rifiuti e miglioramento della qualità di vita delle persone. Si tratta di una logica di lungo periodo che impone un vero e proprio cambiamento culturale per generare un valore tangibile e condiviso”.
“La recente approvazione del Piano di Ripresa e Resilienza pone le basi per un nuovo modello di sviluppo in grado di coniugare industria e ambiente – ha commentato Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici -. La vera sfida, tuttavia inizia ora, perché è da ora in poi che dalle parole bisognerà passare ai fatti e ciò richiederà grande impegno per tutti i soggetti coinvolti. È quindi confortante sapere che le Utility italiane hanno tutte le caratteristiche per “mettere a terra” progetti concreti e utili per il Paese: un grande patrimonio di competenze tecniche e manageriali, un forte legame con i territori, una solida salute economico-finanziaria”.