Il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo economico, volto a riformare il sistema di incentivi per le energie rinnovabili, è finito nel mirino della della Commissione europea che, in una lettera di richiamo inviata al governo italiano, lo ha severamente criticato.
Le nuove norme imposte dal decreto, infatti, renderanno “molto difficile, se non impossibile, per i produttori indipendenti accedere al finanziamento dei propri progetti“, come scrive l’Esecutivo comunitario in una missiva dei servizi del commissario all’Energia, Guenter Oettinger.
Il nodo della questione, più ancora della riduzione degli incentivi finanziari, sono le procedure amministrative, rese ancora più complicate, oltre che onerose, dal meccanismo dei “registri” per i nuovi progetti. Meccanismo che, a maggior ragione in un clima finanziario difficile, rischia seriamente di diminuire gli investimenti nel settore, funzionando, si legge nella lettera, come “un deterrente capace di paralizzare proprio il segmento di mercato di piccola scala che la riforma mira a rendere prioritario”.
Un’altra richiesta della Commissione è quella di una “differenziazione” nella riduzione delle tariffe elettriche a seconda della “maturità” delle diverse tecnologie. Bruxelles chiede inoltre che ci sia chiarezza sulla continuazione del sistema di sostegno ai progetti di efficienza energetica, soprattutto per quanto riguarda le fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffredamento.