Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima italiano (Pniec) avrà più senso se riguarderà anche l’agricoltura. Finché le produzioni agricole saranno sostenute da filiere energetiche impattanti, parlare di agroalimentare green sarà poco più che un equivoco. Ogni anno le aziende agricole acquistano ed usano tonnellate di combustibili tradizionali. Per lungo tempo sono state aiutate da incentivi fiscali per contenere i costi di produzione .
Di agricoltori verdi, tuttavia, se ne vedono sempre più e le buone performances delle esportazioni bio sono un segnale rassicurante. Ma si è capito che occorre anche una spinta tecnologica e finanziaria per crescere di più.L’energia alimenta tutta la filiera fino alla conservazione dei prodotti destinati alla distribuzione. Allora, Elettricità Futura -che in Confindustria riunisce le aziende rinnovabili- e Confagricoltura, hanno deciso di mettersi insieme. Hanno firmato un accordo strategico per avere nelle campagne più fotovoltaico, innanzi tutto. Poi anche biomasse , biogas ed altro per generare energia elettrica pulita.
Insieme accettano la sfida del Pniec, ma cercano di sostanziarlo con applicazioni ed interventi operativi.la politica registri queste buone pratiche. Uno studio Enea aveva stabilito che solo con il sistema dei certificati bianchi si possono risparmiare 8 miliardi di euro l’anno di importazioni di combustibili fossili e 55 milioni di tonnellate di CO2 . Ora possiamo aspirare a qualcosa di più ed anche con l’aiuto dell’Europa.
Il primo passo dell’accordo tra le due organizzazioni è la nascita di un Comitato di Coordinamento per un programma annuale dentro il Piano “Agrovoltaico”. L’installazione di pannelli fotovoltaici nelle aziende segnerebbe la svolta, facendo flettere a favore delle rinnovabili la spesa annuale energetica media dei singoli operatori agricoli. L’agroenergia è la strada obbligata per Confagricoltura che intende perseguirla fino in fondo. “Siamo per la sostenibilità delle produzioni agricole È un importante elemento di competitività per le nostre aziende, tenuto conto dei forti impegni a cui l’agricoltura è chiamata dal Green Deal”dice Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.
Gli obiettivi al 2030, con la decarbonizzazione, espongono il mondo agricolo a vari rischi. Le risorse da mettere in campo sono notevoli e studiare soluzioni è un valore aggiunto industriale. Un po’ come ai tempi del business dei fertilizzanti con le grandi aziende chimiche in campo. Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura lo ha detto chiaramente all’atto della firma dell’intesa con Confagricoltura: “Gli obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal al 2030 si possono raggiungere solo attraverso un dialogo costruttivo e senza pregiudizi tra tutti i soggetti coinvolti, sia dal lato delle imprese, sia dal lato delle istituzioni. Il Protocollo firmato dimostra come il mondo imprenditoriale nel suo complesso sia pronto a raccogliere la sfida della transizione energetica”. Ovviamente non basta una buona intesa tra soggetti così rappresentativi. Serve il necessario aiuto di leggi e provvedimenti a sostegno. È da ritenere che il governo sarà tenuto al corrente dello sviluppo dell’intesa.