Quella che riguarda il prossimo futuro della transizione energetica è una vera e propria corsa agli armamenti rinnovabili.
È il caso di Shell, una delle più grandi compagnie petrolifere europee, che – nelle parole del numero uno di Shell Italia Marco Brun – ha “l’ambizione di diventare la più grande società elettrica del mondo entro i prossimi 15 anni”. Affermazione questa che spiega quanto il processo di trasformazione delle attività principali dell’azienda non solo sia già partito, ma anche quanto l’azienda sia pronta a impegnarsi per raggiungere l’obiettivo a breve termine e garantire valore agli azionisti.
In un momento storico in cui la corsa verso l’energia verde procede al galoppo a fronte di una domanda sempre più elevata, le grandi società Big oil hanno preso quanto mai sul serio la sfida lanciata dalla transizione energetica. È in questa direzione che la società anglo-olandese sta muovendosi ripensando ad esempio la mobilità con l’idrogeno e spingendo gli investimenti nell’eolico e nel fotovoltaico.
Che succede perciò – come sta accadendo – se i grandi del petrolio iniziano a valutare e ad aprirsi verso nuove forniture energetiche più sostenibili? L’attesa delle prime risposte sul tema non sarà lacerante, perché la transizione energetica è in atto e i grandi colossi del petrolio nel mondo hanno già avviato la trasformazione dei propri principali modelli di business, orientandoli dal combustibile fossile all’elettrico.
Come Shell, anche le altre più grandi società del petrolio hanno già avviato la loro incursione nel mondo delle fonti rinnovabili. Tra queste l’inglese British Petroleum che ha acquistato la più grande catena di distributori di energia elettrica per automobili nel Regno Unito, e la francese Total che ha, invece, comprato l’azienda produttrice di energia franco-belga Direct Energie, mentre Shell ha acquistato la britannica First Utility.
Eni ha recentemente inaugurato il cantiere per la costruzione di un nuovo impianto fotovoltaico a Tataouine nella Tunisia meridionale e che avrà una capacità massima stimata di 10 megawatt. Ma soprattutto, il piano strategico di Eni per il quadriennio 2019-2022 prevede di completare 60 tra nuovi progetti e l’acquisizione di altri già avviati per un totale di oltre 1,6 gigawatt di capacità rinnovabile entro il 2022, investendo 1,4 miliardi, e fino a 5 gigawatt entro il 2025. Si tratta ancora di “piccole” cifre per un colosso che mantiene il proprio core business nell’upstream, settore che assorbirà il 77% degli investimenti complessivi dell’azienda, pari a 33 miliardi nel quadriennio. Ma il percorso green è avviato e indica un trend irreversibile.
Eni conferma il percorso avviato per ridurre la propria impronta carbonica con l’obiettivo ambizioso di eliminare entro il 2030 le emissioni nette dirette delle attività connesse alla produzione del petrolio. Secondo quanto riportato nella nota ufficiale di presentazione del piano, Eni si propone anche l’obiettivo di aumentare la propria clientela retail in Europa, puntando al raggiungimento di 12 milioni di clienti, in aumento rispetto al 2018 di circa il 12%.
E se da una parte Shell, Eni, Total e le altre società big oil stanno deviando dalla strada del fossile, dall’altra i Big Power dell’energia elettrica non stanno certo a guardare.
Enel, con 64 milioni di clienti nel mondo, ha un primato difficile da raggiungere. Il gruppo ha lanciato molti progetti di dimensioni mega. Il più recente è la costruzione del parco eolico di Lagoa dos Ventos in Brasile con una capacità di oltre 700 megawatt e che si prevede entrerà in esercizio nel 2021. Si tratta del più grande parco eolico attualmente in costruzione in America Latina e il più grande impianto di Enel Green Power. In Texas, invece, è partita la realizzazione del parco eolico di High Lonesome con una capacità di circa 450 megawatt. Poi i parchi solari messicani di Villanueva e Don José che insieme superano una capacità solare di 1 gigawatt. Ancora, l’impianto solare più grande del Peru con una capacità di 180 megawatt e quello di Horizonte in Brasile da 103 megawatt. Il piano trimestrale di Enel tra il 2019 e il 2021 prevede investimenti lordi pari a 27,5 miliardi, di cui il 42% sarà destinato alle energie rinnovabili – circa 10.6 miliardi.
Obiettivi su cui ha investito anche Edison, che si propone di avere un ruolo di rilievo durante il processo di transizione energetica italiano. Per ottenere questo risultato l’azienda ha in programma investimenti pari a due miliardi nel triennio 2019 – 2021, insieme all’obiettivo di raggiungere i 2,5 milioni di clienti entro il 2022.
I grandi giochi a livello globale sono partiti, le prossime mosse si scopriranno in tempi ravvicinati.