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Rinnovabili, DL Semplificazioni va rivisto: l’appello delle green energy

Se il decreto Semplificazioni non viene modificato in Parlamento, gli obiettivi del Green Deal non saranno raggiunti prima del 2090. Le principali associazioni delle energie rinnovabili a livello europeo chiedono al governo italiano uno snellimento dell’iter amministrativo soprattutto sul repowering degli impianti

Rinnovabili, DL Semplificazioni va rivisto: l’appello delle green energy

Il decreto Semplificazioni va rivisto per accelerare la diffusione delle rinnovabili nel nostro Paese. Questo è l’appello espresso dalle principali associazioni italiane ed europee delle green energy che hanno invitato il governo italiano ad adottare un decreto ambizioso, così da sperare di raggiungere gli obiettivi previsti dalla Ue e dal Pnrr. Negli ultimi anni, l’Italia ha raggiunto una media di meno di 1 GW all’anno con gli attuali tempi di autorizzazione, mentre avrebbe bisogno di almeno 7 GW di capacità rinnovabile ogni anno se intende raggiungere gli obiettivi del Green Deal. A questo ritmo, “i nostri obiettivi per il 2030 non saranno raggiunti prima del 2090“.

Secondo le principali associazioni elettriche a livello europeo (SolarPower Europe, WindEurope, ANEV, ANIE Rinnovabili, Elettricità Futura e Italia Solare), la priorità è l’adozione di un robusto decreto di semplificazione, il primo passo previsto dal piano di rilancio italiano, al fine di superare tutti quei limiti posti dal rilascio dei permessi per i progetti sulle rinnovabili.

Nello specifico, tale decreto mira a semplificare le regole di autorizzazione e a costruire un sistema di governance efficiente per gli investimenti effettuati nell’ambito della Next Generation EU. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 maggio e deve essere convertito in legge entro la fine di luglio. Dunque, il decreto è ora nella fase cruciale della discussione parlamentare con un numero limitato di emendamenti selezionati e votati. Il decreto va nella giusta direzione, secondo le associazioni, ma mancano ancora alcune misure cruciali, a partire dalle sue disposizioni sui progetti di ripotenziamento degli impianti da fonti rinnovabili.

Mentre “la direttiva RED II richiede tempi di autorizzazione più brevi per i progetti di repowering rispetto ai progetti greenfield”. Difatti, in Italia la procedura di autorizzazione per i parchi eolici repowered è la stessa di quelli greenfield. Il Paese ha bisogno di superare gli “spalmaincentivi volontari”, andando a rimuovere le restanti limitazioni e gli svantaggi tariffari per i progetti di repowering che non hanno aderito a tale schema. Ciò è necessario per assicurare parità di condizioni nelle prossime aste. Attualmente quasi il 50% di tutti i progetti per le rinnovabili sono abbandonati e l’altro 50% è soggetto a circa 6 anni di ritardo prima di ottenere i permessi, scrivono le associazioni in una nota congiunta.

“L’UE si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 – ha commentato Malgosia Bartosik, Deputy CEO di WindEurope -.  Nel suo Piano Nazionale per l’Energia e il Clima (NECP) definitivo per il 2030, l’Italia mira a quasi raddoppiare la sua capacità eolica installata, con una combinazione di nuove installazioni e il repowering dei parchi eolici esistenti.  La metà della capacità italiana raggiungerà la fine della sua vita operativa entro il 2030.  Nella sua forma attuale, il decreto Semplificazioni non fa abbastanza per facilitare i permessi per i parchi eolici ripotenziati. Contiene ancora restrizioni che impediscono l’uso delle ultime tecnologie disponibili, il che renderà difficile, se non impossibile, per l’Italia raggiungere i suoi obiettivi per il 2030″.

Questa fase dell’iter legislativo è molto importante anche per il settore fotovoltaico, dato che nel nostro Paese non esiste ancora una soluzione efficiente per gli impianti fotovoltaici installati a terra. Perciò, il decreto Semplificazioni può rappresentare un supporto anche per l’agrivoltaico, ma rischia di essere inefficace se non inefficiente.

Sulla questione Walburga Hemetsberger, CEO di SolarPower Europe, ha aggiunto: “Il potenziale per il solare fotovoltaico è molto alto in Italia, ma questa capacità non sarà raggiunta se non verranno superati gli ostacoli amministrativi. La rimozione delle restrizioni sui permessi è un passo necessario per accelerare la diffusione del solare, e il processo di recepimento della RED II nella legge nazionale è anche un’opportunità chiave per affrontare la semplificazione del repowering degli impianti fotovoltaici”.

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