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Rinnovabili, Agici: “Per il net zero al 2050 servono oltre 1.000 miliardi e una burocrazia più snella”

Al workshop “Net Zero Economy al 2050” organizzato da Agici è emerso che, oltre agli investimenti, è cruciale semplificare le autorizzazioni e coinvolgere i cittadini per superare le barriere burocratiche

Rinnovabili, Agici: “Per il net zero al 2050 servono oltre 1.000 miliardi e una burocrazia più snella”

Per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, l’Italia dovrà mettere in campo investimenti pari a 1.010 miliardi di euro. Non basta un grande impegno finanziario, è fondamentale adottare politiche pubbliche che semplifichino i processi autorizzativi, eliminando le attuali barriere normative e dando così una spinta decisiva alla transizione energetica del Paese. È quanto emerso dal workshop “Net Zero Economy al 2050: miraggio o realtà?”, organizzato oggi a Milano da Agici, nell’ambito dell’Osservatorio Rinnovabili Oir, in partnership con Edison. L’evento ha riunito i principali attori del settore energetico per discutere le sfide e le opportunità legate alla transizione energetica.

Lo studio Net Zero: la sfida e il potenziale delle energie rinnovabili al 2050 di Agici

Le grandi aziende energetiche sono pronte a fare la loro parte: nel 2023 hanno già investito 42,6 miliardi di euro in energie rinnovabili (Fer). Tuttavia, due problemi principali minacciano il progresso del settore: i lunghi processi autorizzativi, che rallentano lo sviluppo delle rinnovabili e mettono a rischio gli obiettivi europei, e l’obsolescenza degli impianti. Infatti, l’89% della capacità installata dovrà essere rinnovata entro i prossimi 25 anni. In particolare, il 70% degli impianti idroelettrici e geotermoelettrici risale a prima del 1980, mentre due terzi degli impianti eolici e fotovoltaici sono stati installati tra il 2007 e il 2014. Per il 2050, sarà necessario rinnovare 73,8 GW di capacità, con un costo stimato di 48,3 miliardi di euro, principalmente per i settori fotovoltaico e idroelettrico.

Tuttavia, c’è anche una nota positiva: le principali utility energetiche italiane ed europee prevedono un aumento della capacità rinnovabile del 63% entro il 2030, corrispondente a un incremento di 147,6 GW e a investimenti complessivi di 174,3 miliardi di euro (di cui 42 miliardi solo per gli operatori italiani). Per sfruttare appieno questo potenziale sarà necessario intervenire anche sul fronte normativo e per questo motivo Agici sottolinea l’urgenza di riforme che possano accelerare i processi autorizzativi e incentivare ulteriormente gli investimenti.

Il rapporto evidenzia anche l’importanza del coinvolgimento diretto dei cittadini nella transizione energetica. Comportamenti virtuosi come l’acquisto di veicoli elettrici e interventi di efficientamento energetico nelle abitazioni possono dare un contributo significativo al percorso verso il Net Zero.

I commenti

“Immaginare una società decarbonizzata significa entrare in un terreno ancora inesplorato, proiettarsi in un mondo completamente nuovo: per questo motivo ci preme sottolineare che, per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2050 c’è bisogno di realismo, ma soprattutto di uno sforzo concreto e condiviso da parte di tutti – ha dichiarato Marco Carta, amministratore delegato di Agici -. Il nostro studio mostra come le aziende siano pronte a fare la propria parte, ora si attende una risposta a livello politico. Sono ancora troppe le lungaggini, le moratorie e i singoli provvedimenti che, spesso in contrasto con lo stesso Pniec, rallentano e bloccano gli investimenti: accelerare i processi di implementazione è oggi un imperativo non più prorogabile”.

“Quando si parla di transizione energetica e di innovazione, è necessario tenere a mente che alla base del processo vi sono degli impianti soggetti naturalmente a obsolescenza –  ha aggiunto Anna Pupino, coordinatrice Osservatorio Oir di Agici -. Non è sufficiente investire in una capacità rinnovabile per arrivare ad una Net Zero Society, ma è necessario pianificare e anticipare ad oggi i costi di manutenzione e rinnovo di domani. Al nostro Paese è richiesta una grande lungimiranza per supportare gli operatori nel sostenimento dei costi e garantire, con policy adeguate, una corretta manutenzione degli impianti”.

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