Dal flop alla rinascita. In due settimane il Milan ha cambiato volto e ora tutto sembra di nuovo avere un senso. Il discorso vale per tutti: per Seedorf, di nuovo saldo su una panchina che tremava come non mai, per Galliani, uomo chiave della ritrovata compattezza del gruppo, per i giocatori, in particolare Balotelli, passato dai fischi agli applausi nel giro di 15 giorni. Potere dell’isteria generale che governa il calcio italiano, ma anche dei risultati e del gioco. Sufficiente contro la Lazio, molto buono a Firenze e ieri sera col Chievo. Un 3-0 quello di San Siro nel quale ha inciso anche la pochezza dell’avversario, presentatosi a Milano più con lo spirito della gita scolastica che della garra necessaria per restare in serie A.
Giusto dunque fare la tara e aspettare le prossime partite (a Marassi contro il Genoa sarà molto più complicata), senza però sminuire la prestazione dei rossoneri. Che sbloccano l’empasse dopo appena 4 minuti di gioco: cross di Rami dalla destra e inserimento perfetto di Balotelli. L’1-0 mette subito in discesa il compito e il Milan ne giova. La palla scorre come raramente a San Siro in questa stagione, le occasioni arrivano frequenti e pericolose. Al 6’ Taarabt sfiora il 2-0 e un minuto dopo Supermario fa lo stesso. Il Chievo prova ad alzare un po’ il baricentro ma non va oltre un tiro di Bentivoglio respinto coi pugni da Abbiati. E proprio quando il match sembrerebbe entrare in una fase di equilibrio, sale in cattedra Ricardo Kakà.
Che festeggia la sua 300° presenza al 27’, insaccando in rete il bell’assist di Honda, seppur in lieve fuorigioco. San Siro sorride, per una volta il Milan regala una serata di festa ai suoi tifosi. Le modifiche tattiche di Seedorf funzionano (squadra più corta, diga a centrocampo con due mastini come Muntari e De Jong, Kakà seconda punta in un sistema che ricorda più il 4-4-1-1 che il famigerato 4-2-3-1), i risultati si vedono nonostante una difesa mutilata dalle squalifiche di Mexes e Constant.
Anche Honda sembra migliorare, nonostante continui a sbagliare gol incredibili sotto porta. Al 38’ il giapponese spreca sotto porta un’occasione ai limiti dell’assurdo, ma in serate così si può perdonare anche questo. Il match finisce definitivamente al 54’, quando Kakà, ancora lui, s’inventa il 3-0 con un destro a giro che fulmina Agazzi e manda in brodo di giuggiole il popolo rossonero. Che ora teme però di perdere nuovamente il suo idolo, tentato dalle sirene della Major League Soccer statunitense.
“Kakà ha un contratto fino al 2015 ma senza la Champions League può liberarsi – ha rivelato Galliani. – Io però confido e spero che rimanga con noi”. “Decideremo insieme alla società – ha ammesso il brasiliano dopo il match. – Io spero di restare, ma non è solo una questione di soldi”. Festa senza ombre invece per Seedorf, nuovamente al comando dopo il rischio ammutinamento dei giorni scorsi. La zona Europa League, ultimo obiettivo stagionale rimasto, dista ora sei punti, seppur con una gara in più rispetto alle concorrenti. Difficile raggiungerla, ma non impossibile. D’altronde chi, due settimane fa, avrebbe scommesso un euro sulla resurrezione di questo Milan?