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Rimbalza il greggio, tassi ai minimi, scivola Apple, Borse inquiete

Il saliscendi dei prezzi del greggio e la delusione per l’andamento delle vendite pre-natalizie tengono banco sui mercati finanziari. I nuovi segnali di recessione in Europa alimentano la speranza in nuove misure espansive della Bce. Ma pochi prevedono il varo del QE nella riunione di giovedì prossimo. 

Il rimbalzo tecnico del greggio (+4,3% dai minimi) ha avvantaggiato i mercati dei Paesi produttori: Sidney +0,4%. In terreno positivo anche Hong Kong (+0,33%) e Tokyo (+0,22%), che non patisce la decisione di Moody’s di abbassare il rating del Giappone da Aa 3 ad A1 dopo il rinvio dell’aumento dell’Iva.

In calo Wall Street: Dow Jones -0,29%, S&P -0,68%. Pesante il Nasdaq (-1,34%), attardato dalle vendite sui titoli tech, i più colpiti dall’andamento deludono dei consumi di Natale. Giù ieri anche le Borse del Vecchio Continente, nonostante un miglioramento nel finale: Londra -1,1%, Parigi -0,2%, Francoforte -0,1%, Madrid -1%.

In Europa il settore in maggiore calo è quello delle banche (Stoxx -1,6%). Il recupero del greggio nel pomeriggio ha ben pochi effetti positivi per il settore Oil che registra una perdita dello 0,9%. In Piazza Affari i titoli del settore sono scesi ancora: Eni ha perso il 2,4%, Saipem -2,2%, Tenaris -2,4%.

A New York in serata Exxon è salita del 2,8%, Chevron +2,4%. La forte dipendenza del listino dal comparto del credito spiega il forte ribasso di Piazza Affari: l’indice FtseMib registra un calo dell’1,6%.

LA FED: BEN VENGA IL CALO DEL PETROLIO

Rimbalza dai minimi (63,7 dollari al barile) il petrolio anche grazie alla notizia della flessione delle richieste di nuove licenze per l’estrazione di shale gas. Ma i prezzi restano largamente al di sotto dei 70 dollari. Un’ottima notizia, hanno sottolineato ieri i due più influenti collaboratori di Janet Yellen: il vicepresidente della Fed Stanley Fischer e William Dudley presidente della Fed di New York. “L’impatto temporaneo sull’inflazione non mi preoccupa– ha detto Fischer – Il calo dei costi dell’energia favorirà la crescita ed i consumi: i quattrini in più saranno spesi, non risparmiati”. 

“Sono convinto che i prezzi risaliranno nel 2015 al 2% nonostante il calo del greggio – ha detto invece Dudley – Un prezzo del greggio attorno ai 70 dollari è sufficiente a sostenere lo sviluppo di nuovi investimenti nel settore”. 

APPLE, IL GIALLO DELLA MELA 

Giornata nera per l’hi tech americano, prima vittima del calo delle vendite del Black Friday (-11%). Scendono Amazon (-3,5%), Facebook (-3,2%) e Yahoo (-2,8%). A guidare la discesa, fin dalle prime battute è stata Apple (-3,5%), che ha ripiegato dai massimi storici segnando in avvio di contrattazioni un ribasso di oltre il 6%. La caduta repentina potrebbe essere stata provocata dalla nota con la quale Morgan Stanley ha invitato ad alleggerire le posizioni su Apple dopo il rally dell’ultimo mese (+9%). 

Secondo alcuni trader, la caduta repentina non è stata provocata dalle indicazioni dei broker ma è dovuta ad una serie di ordini di vendita partiti in automatico da sistemi di investimento basati su algoritmi.

IL FISCO PESA SU AZIMUT, UNIPOL CONVERTE LE RISPARMIO

“Siamo positivi sull’azionario europeo per il 2015. Il nostro target a 12 mesi per il Msci Europe Index è 1.560, con un 11% di upside”, scrive un report di Morgan Stanley, confermando il giudizio overweight sui titoli finanziari e ciclici e underweight sui difensivi, mentre le tlc sono state promosse a neutral. Tra le sorprese positive del prossimo anno, secondo il broker, ci sarà l’Italia. Per ora, però, l’andamento del settore finanziario non giustifica tanto ottimismo. 

In forte discesa le banche: Unicredit -2,3%,Intesa -3,1%, MontePaschi -2,3%. Banca Pop.Emilia cade in ribasso del 4,3%, Pop.Milano -3,2%, Banco Popolare -3,7%Tra i finanziari cade Azimut -5% nel giorno in cui viene definita una pendenza con il fisco (118 milioni) per il periodo 2001/13. Mediobanca Securities ha ridotto la raccomandazione da outperform a neutral e il prezzo obiettivo da 23 a 20 euro, mentre Citigroup ha abbassato il target price da 23 a 21 euro,

Debole il comparto assicurativo europeo (-1,5% l’indice Stoxx). Generali -0,6%. UnipolSai ha chiuso in ribasso del 2,6% dopo la decisione di procedere alla conversione obbligatoria in ordinarie delle azioni di risparmio di categoria A e B. Le UnipolSai risparmio B hanno chiuso pressoché invariate, le UnipolSai risparmio A sono cadute in ribasso del 12%. Si riorganizza anche il capitale della controllante Unipol. Le azioni Unipol ordinarie cadono in ribasso del 5%, le Unipol privilegiate sono salite dell’1,9% dopo l’annuncio che saranno convertite in azioni ordinarie. 

FCA, ACCELERANO LE VENDITE IN ITALIA 

Fca è salita dell’1,69% a 10,20 euro prima dei dati sulle immatricolazioni di novembre in Italia comunicata a Borsa chiusa. Le immatricolazioni di auto in Italia sono cresciute del 4,95% e quelle di Fca del 5,9%. La quota di mercato del gruppo è salita dello 0,2% al 27,3%. Tra i modelli più venduti la Panda si è confermata al primo posto e insieme alla 500 ha dominato il segmento A. 

In Francia (immatricolazioni -2,3% a 135.070 unità) le vendite del gruppo italo-americano sono cresciute del 2,3% a 5.006 unità. In Spagna, a fronte di un incremento del mercato del 17,4% a 65.122 unità, quelle del brand sono salite del 13,5% a 1.657 unità.

YOOX, VENDITE RECORD IN USA. MA IL TITOLO ARRETRA

Buona performance per i titoli più legati alle vendite nell’area del dollaro. Sale Luxottica (+1,1), con Barclays che ha alzato il prezzo obiettivo da 43 a 48 euro, confermando il rating overweight. Bene anche Autogrill (+0,6%). Chiude in rosso invece Yoox (-3%) nonostante due record di vendite natalizie. Venerdì scorso, circa 1,5 milioni di utenti hanno visitato i 40 store online del gruppo.

Nell’arco della giornata, Yoox ha ricevuto un ordine ogni 3,5 secondi da clienti in tutto il mondo, Nord America in testa. L’ordine dallo scontrino medio più alto effettuato da un PC è stato un acquisto da 20mila dollari di borse Saint Laurent dal Colorado. Quello più imponente arrivato da un iPhone è stato un outfit di Dolce & Gabbana da 7.200 dollari dalla California. 

S&P PROMUOVE TELECOM. AL VIA MEDIASET PREMIUM 

Dopo una seduta trascorsa quasi per intero in terreno positivo, Telecom Italia chiude con una perdita dell’1,7% a 0,8905 euro. Ha segnato un massimo a 0,9210 euro. L’agenzia Standard & Poor’s ha deciso di migliorare l’outlook sul merito di credito di Telecom Italia a stabile da negativo. Il rating resta BB+.

Rallenta Mediaset (-1,5%). da oggi è operativa la nuova Mediaset Premium, in cui sono state integralmente conferite le attività di televisione a pagamento. A fine settembre il totale delle attività ha superato i 2 miliardi di euro e l’utile operativo per l’ultimo trimestre dell’esercizio è stimato a 19 milioni. 

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