Un super-ministro delle Finanze dell’Eurozona che sarà anche vicepresidente della Commissione, presidente dell’Eurogruppo e risponderà del suo operato all’Europarlamento. È questa la proposta principale del pacchetto di riforma della zona euro proposto dal numero uno della Commissione, Jean Claude Juncker, in vista del vertice dei capi di stato e di governo della zona euro che si terrà a metà dicembre a Bruxelles.
IL NUOVO FME
Nei progetti di Juncker, il nuovo super-ministro guiderà il Fondo salva stati (Esm), che nel frattempo sarà trasformato in Fondo monetario europeo, con una potenza di fuoco di 500 miliardi. Soldi che serviranno a finanziare riforme e investimenti nazionali e ad aiutare i governi nei tempi di crisi.
I PROGETTI DELLA GERMANIA
La Germania è d’accordo, ma vuole che il Fondo abbia il potere di controllare i bilanci degli Stati e di sanzionare automaticamente chi sgarra sui conti. Insomma, vuole che l’Fme acquisisca il potere di supervisione e controllo delle politiche fiscali nazionali, che gli verrebbe trasferito dalla Commissione europea tramite la modifica dei Trattati. E a governare nel Fondo, naturalmente, sarebbero i paesi che contano di più: Germania e Francia su tutti.
LA RISPOSTA DI JUNCKER
Juncker, al contrario, vuole che a giudicare i conti degli Stati sia il nuovo superministro, proprio per evitare che Berlino si sostituisca alla Commissione nel ruolo di giudice dei bilanci pubblici. In questo modo, però, lo stesso Superministro diventerebbe una figura in grado di oscurare i leader politici. Sarà difficile che governanti e Capi di Stato accettino un’opzione simile.
LA CARTA DEL FISCAL COMPACT
Per bilanciare le proposte sgradite ai tedeschi, Juncker pensa di inserire nei Trattati Ue il Fiscal Compact. Ma molti Paesi, Italia in testa, temono che un’operazione simile si risolva nella fine della flessibilità. Dalla Germania, tuttavia, fanno sapere che nulla si muoverà finché a Berlino non arriverà un nuovo Governo.