Sulle riforme al vaglio del Parlamento in questi giorni la maggioranza ha scelto l’opzione più drastica: contingentamento dei tempi del dibattito in aula, altrimenti detto “tagliola”, e voto sul ddl riforme entro l’8 agosto. I partiti maggioritari rispondono così alle opposizioni, che erano disposte a ridurre gli emendamenti in cambio di garanzie su Senato elettivo, riequilibrio tra le due Camere e referendum.
E’ dunque ancora muro contro muro, a conclusione di una giornata convulsa a Palazzo Madama, dedicata al disegno di legge Boschi di riforma costituzionale, la “madre di tutte le riforme” e tuttora impantanata in aula tra oltre 7.800 emendamenti, quasi tutti “di natura ostruzionistica” come sostenuto da Ncd, e la richiesta di voto segreto in 900 casi.