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Riforma Patto Stabilità, Bankitalia: le proposte della Commissione europea sono “un passo nella giusta direzione”

Imagoeconomica

La riforma del Patto di Stabilità divide ancora i Paesi europei, ma le proposte della Commissione europea sono “un passo nella giusta direzione”. Lo ha affermato Sergio Nicoletti Altimari, capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, durante un’audizione alla Commissione Bilancio sul tema. L’economista ha ricordato che “regole di bilancio ben disegnate sono comunque necessarie (soprattutto nell’ambito di un’unione monetaria) e che, al di là delle regole, l’elevata incidenza del debito sul prodotto è una fonte pericolosa di vulnerabilità. Anche, e soprattutto, per il nostro paese la sua riduzione resta prioritaria”, ha sottolineato.

L’insieme di regole fiscali europee è da tempo oggetto di critiche su più fronti. Dopo mesi di acceso dibattito, lo scorso novembre la Commissione europea ha avanzato una nuova proposta di riforma del Patto di Stabilità e Crescita (l’insieme di regole relative alle politiche di bilancio dei Paesi membri che sancisce il tetto al deficit e al debito pubblico). Adesso la palla è passata agli Stati membri, che dovranno raggiungere un accordo con la Commissione entro gennaio 2024.

Riforma Patto Stabilità, Bankitalia: “Non vuol dire che le regole siano state inefficaci”

“Il fatto che oggi si vogliano rivedere queste regole comuni, non significa che quelle usate finora siano state per forza tutte inefficaci. Ad esempio, alcuni studi mostrano che la regola del 3% sul limite al deficit-Pil abbia avuto una sua efficacia”, ha aggiunto Nicoletti Altimari ricordando l’esperienza degli ultimi due anni. “Quando uno shock sfavorevole colpisce l’economia, un temporaneo peggioramento del saldo di bilancio e il ricorso al debito pubblico possono essere necessari”, ma ha evidenziato che “le scelte collettive possono produrre livelli di disavanzo superiori a quelli utili a stabilizzare l’attività economica o a determinare livelli più elevati di crescita nel lungo termine, e quindi dannosi. Imporre vincoli alla politica di bilancio può limitare questi problemi, contribuendo a un processo di bilancio più ordinato e orientato al medio-lungo periodo”.

Secondo il funzionario di Bankitalia, “resta necessario lasciare spazio per rispondere in modo sufficientemente flessibile alle necessità determinate dal contesto economico, specie se impreviste. Un quadro di regole chiaro, rigoroso e credibile consente di prevedere le poche eccezioni necessarie in caso di eventi avversi fuori dal controllo delle autorità di politica economica, senza mettere in discussione l’ancoraggio nel medio termine delle aspettative di famiglie, imprese e investitori finanziari e mantenendo fermi i presidi contro un’eccessiva accumulazione di debito”.

Regole di bilancio europee: dibattito ampio e articolato

“Un sistema di regole di bilancio comuni, opportunamente integrato con meccanismi di decisione collettivi, può contribuire in un certo grado al coordinamento delle politiche di bilancio nazionali”.

Ha poi ricordato che il dibattito sulla riforma delle regole di bilancio europee è ampio e articolato, e le proposte si posizionano su un continuum che va da aggiustamenti limitati a revisioni complete, con la maggior parte che si colloca su una posizione intermedia.

Nicoletti Altimari ha sostenuto che la proposta della Commissione rappresenta un passo in avanti perché “si concentra sulla sostenibilità dei conti pubblici piuttosto che sulla calibrazione precisa (fine tuning) della politica di bilancio, mira a ridurre la complessità del quadro di regole, ad aumentare la titolarità nazionale, a trovare un migliore equilibrio fra prudenza e realismo (e quindi credibilità) dei percorsi di aggiustamento di ciascun paese”.

I tempi sono stretti

“Non cogliere appieno il carattere di snodo di questa Comunicazione sarebbe rischioso per i paesi, come il nostro, per i quali la questione del risanamento delle finanze pubbliche si pone con più urgenza: un atteggiamento di chiusura potrebbe paradossalmente portare a perpetuare lo status quo e quindi le sue criticità. I tempi sono stretti: per usare le parole della Commissione europea “[è] giunto il momento di passare dal dibattito alle decisioni”, anche se senza dubbio vi sono questioni importanti per il futuro dell’Europa (penso soprattutto alla creazione di una capacità di bilancio europea) che non vengono affrontate dalla Comunicazione e sulle quali sarà necessario continuare a lavorare”.

Le sfide per l’Italia: “Spread inaccettabilmente elevato”

“Sappiamo tutti che il nostro paese è chiamato nel medio periodo a uno sforzo di consolidamento che consenta di ridurre in modo graduale ma continuo e consistente il peso del debito pubblico in rapporto al prodotto. Questo richiederà il conseguimento di un avanzo primario di dimensioni adeguate. Questo compito non deriva dai vincoli europei: sarebbe prioritario anche se questi ultimi non esistessero”.

“L’alto debito pubblico rende la nostra economia e il nostro sistema finanziario più vulnerabili, esponendoli alle turbolenze dei mercati e ai mutamenti di opinione degli investitori”. Come ricordato dal Governatore pochi giorni fa, “sebbene la prudente azione di politica di bilancio intrapresa per quest’anno abbia contribuito a contenere lo spread dei titoli di Stato italiani, esso rimane inaccettabilmente elevato. Oltre a incidere negativamente sui conti dello Stato, lo spread si traduce in un costo aggiuntivo e quindi in uno svantaggio concorrenziale, per tutte le imprese italiane che emettono debito sul mercato”.

L’Italia riduca debito e sfrutti opportunità PNRR

Tuttavia, per il funzionario di Via Nazionale “qualsiasi strategia di riduzione dell’incidenza del debito deve però poter contare, oltre che sulla prudenza nelle scelte di bilancio, sulla capacità di aumentare il potenziale di crescita dell’economia. Tanto maggiore sarà il successo in questo campo, tanto minore sarà lo sforzo di riequilibrio dei conti richiesto. Continuare nell’impegno di ridurre il peso del debito pubblico, sfruttando a pieno le opportunità di crescita fornite dalle risorse e dalle riforme del PNRR, può dare al Paese la credibilità necessaria per promuovere passi avanti sul fronte del completamento dell’architettura economica comune”.

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Categories: Politica