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Riforma lavoro, Fornero: confronto chiuso in un mese

Il ministro del Lavoro: confronto chiuso in un mese – Iniziato oggi il negoziato con le parti sociali a Palazzo Chigi – Obiettivo fondamentale per la Fornero è arrivare al contratto unico – Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali e il reddito minimo, invece, “non abbiamo le risorse da spendere”.

Riforma lavoro, Fornero: confronto chiuso in un mese

Cinque pilastri per la riforma del lavoro: tipologie contrattuali, formazione-apprendistato, flessibilità, ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro. Questi i nodi fondamentali indicati dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, che oggi a Palazzo Chigi ha illustrato alle parti sociali il progetto di legge in cantiere. Un confronto appena iniziato, ma di cui già si intravede la fine: il ministro ha infatti sottolineato che le trattative dovranno concludersi in tempi ristretti, non più di tre-quattro settimane. Dal premier Mario Monti è arrivata però almeno una rassicurazione: su questo tema non si procederà per decreto.

Obiettivo primario per la Fornero è arrivare a un “contratto unico” che “evolva con l’età, piuttosto che contratti nazionali specifici che evolvono per ogni età”.

Quanto agli ammortizzatori sociali, si tratta di “un capitolo importantissimo: servono ammortizzatori che facilitino la ricollocazione dei lavoratori – ha detto Fornero -. Per raggiungere l’obiettivo sarebbe importante un passaggio ad un sistema integrato, basato su due pilastri: uno per la riduzione temporanea dell’attività; l’altro, per il sostegno al reddito di chi abbia perso il lavoro. Gli ammortizzatori saranno finanziati da contributi come avviene nel sistema assicurativo mentre la fiscalità generale servirà per l’assistenza”.

Purtroppo però il ministro ha confermato un timore già ampiamente diffuso: nel breve periodo “non abbiamo risorse da spendere su questo versante”.

Stesso triste discorso anche per “lo schema di reddito minimo“, che “richiede risorse ora non individuabili”. Come fare? “Per ragioni di bilancio potrebbe essere già individuato in questa riforma”, ha concesso il ministro, aggiungendo però che “l’applicazione normativa potrebbe essere dilazionata”.

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