X

Riforma ITS finalmente c’è ma servono 19 decreti per applicarla: è corsa contro il tempo

FIRSTonline

La riforma degli ITS è legge. La scommessa del Governo Draghi per la formazione è passata alla Camera con 387 voti a favore, nessun contrario e sei astenuti. Però il tempo stringe. Dopo essere stata approvata in Parlamento la riforma sugli Istituti tecnici superiori necessita di ben 19 provvedimenti attuativi che coinvolgono altri ministeri (non solo l’Istruzione) e i tempi, come detto, stringono, visto che si va dai 90 ai 180 giorni, d’intesa con le Regioni (sui 19 provvedimenti attuativi 17 devono essere adottati previo accordo con la conferenza Stato-Regioni). Intanto studenti, famiglie, docenti e imprese coinvolte restano in attesa visto che tra ottobre e novembre partono i corsi. 

È una vera corsa contro il tempo e la posta in gioco sono i fondi attivati grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): 1,5 miliardi di euro. Il ministro Patrizio Bianchi, al Sole24 Ore, ha assicurato di aver aperto i dossier, annunciando per fine agosto il bando che assegna i primi 500 milioni Ue agli Its per potenziare i laboratori. C’è pure il decreto con i fondi ordinari da 48,3 milioni, ancora fermo. Ma vediamo cosa sono gli ITS e come cambieranno.

Cosa sono gli ITS?

Un Istituto tecnico superiore o istituto tecnologico superiore è un tipo di scuola italiana di alta specializzazione tecnologica, nato nel 2010, ovvero un ente di formazione di livello post-diploma non universitario. Un’ottima opzione per formarsi e prepararsi al mondo del lavoro.

Le aree tecnologiche interessate sono sei:

• Area Efficienza energetica

• Area Mobilità sostenibile

• Area Nuove tecnologie della vita

• Area Nuove tecnologie per il Made in Italy

• Area Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali –Turismo

• Area Tecnologie della informazione e della comunicazione.

I corsi sono costruiti attraverso una progettazione condivisa e partecipata con le imprese e gli altri attori del sistema. Hanno una durata che oscilla tra i quattro e i sei semestri e almeno il 30% delle ore si svolge direttamente in azienda (infatti il corpo docente proviene, almeno per il 60% dal mondo del lavoro). Alla fine del percorso gli studenti dovranno affrontare una verifica condotta da commissioni d’esame costituite da rappresentanti della scuola dell’università e della formazione professionale e da esperti del mondo del lavoro.

È prevista sempre la possibilità di svolgere un’esperienza lavorativa in regime di apprendistato.

Riforma ITS: l’ambizioso obiettivo del Governo Draghi

La scommessa del Governo Draghi per gli ITS è chiara: rafforzare quella che dal 2010 costituisce, a fianco dell’Università, il secondo sistema di istruzione terziaria. Una rivoluzione nel campo dell’istruzione che viene da lontano, che guarda al modello tedesco delle Fachhochschulen (istituti superiori di formazione professionale) e a quello francese e che sconta ritardi di 50 anni.

Le nuove norme intervengono sulla denominazione degli ITS, sui livelli di percorso, sulla varietà delle aree tecnologiche, sul raccordo con il sistema universitario, sulla sinergia con le imprese, sugli sgravi fiscali per i finanziatori e sulla ridefinizione sia della governance che dei soggetti fondatori”. Al fine di raddoppiare la quota degli iscritti: dai circa 21mila attuali a 40mila entro il 2026. Anche per questo gli ITS cambieranno veste e nome diventando Istituti Tecnologici Superiori. Un modo per meglio raccontare l’importanza di questi percorsi di specializzazione post diploma che garantiscono oggi tassi di occupazione dell’80% entro un anno dal diploma e nel 91% dei casi in un’area coerente con il percorso formativo svolto.

Cosa prevede la nuova legge sugli ITS?

I punti principali della riforma sono:

  1. I nuovi obiettivi saranno: potenziare e ampliare la formazione professionalizzante di tecnici superiori con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali; sostenere, in modo sistematico, le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo del Paese; contribuire alla diffusione della cultura scientifica, tecnologica e green.
  2. La riforma ITS 2022 suddivide i percorsi formativi in due livelli, a seconda del quadro europeo delle qualifiche (European Qualification Framework – EQF), ovvero quelli di: 5° livello EQF, di durata biennale; 6° livello EQF, di durata triennale.
  3. L’attività formativa sarà svolta per almeno il 60% del monte orario complessivo da docenti provenienti dal mondo del lavoro e gli stage aziendali e i tirocini formativi sono obbligatori almeno per il 35% del monte orario complessivo.
  4. Cambieranno anche modalità di avvio degli ITS e le relative regole.
  5. Arrivano i bonus in favore delle fondazioni a partire dal periodo d’imposta 2022: spetterà un credito d’imposta nella misura del 30%.
  6. La riforma ha potenziato il sistema terziario di Istruzione tecnologica superiore istituendo anche un apposito Fondo presso il Ministero dell’Istruzione. La dotazione del nuovo fondo è di 48.355.436 euro annui a decorrere dal 2022. Il fondo verrà rinnovato ogni anno.
  7. Introduzione delle reti di coordinamento di settore e territoriali con relative campagne informative e attività di orientamento con lo scopo di favorire l’equilibrio di genere nelle iscrizioni a questi percorsi.
  8. Aggiunta di un comitato nazionale ITS Academy, con compiti di consulenza e proposta.
Related Post
Categories: Lavoro