Arriva il via libera dal Cdm alla riforma fiscale: solo per il 2024 le aliquote Irpef si ridurranno da tre a quattro. Questa modifica avrà un impatto diretto sul secondo scaglione di reddito, compreso tra 15mila e 28mila euro, portando la fascia d’imposta al 23%. Palazzo Chigi aveva già dato il via libera prima della pausa natalizia, ma successivamente il governo ha scelto di coordinare il testo con quello della manovra, che sarà definitivamente approvata oggi, venerdì 29 dicembre, dalla Camera dei Deputati. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha dichiarato che i quattro decreti legislativi approvati sono di grande importanza. Queste nuove misure contribuiranno a semplificare il sistema fiscale, rendendolo più equo e dinamico.
Tuttavia, la decisione di mantenere intatto il taglio delle detrazioni per le donazioni ai partiti politici ha generato dibattiti intensi in Cdm. Le donazioni subiranno una decurtazione di 260 euro, mentre le detrazioni per le Onlus e gli enti del terzo settore rimarranno invariate.
Riforma fiscale: le nuove regole
La riduzione a tre delle aliquote dell’Irpef comporterà l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito: viene così abolita l’aliquota del 25%. Nella nuova versione si pagherà il 23% fino a 28mila euro, il 36% oltre 28mila euro e fino a 50mila e il 43% oltre questa cifra.
Questo genererà un risparmio medio annuo di 160 euro per i contribuenti, con un massimo di 260 euro per chi rientra nella fascia di reddito tra 28mila e 50mila euro. Oltre i 50mila euro, invece, il vantaggio sarà annullato dal taglio delle detrazioni che comporterà una sforbiciata di 260 euro.
Il decreto Irpef include anche un aumento della detrazione per lavoro dipendente, allineando la no tax area a 8.500 euro, come per i titolari di reddito di pensione. La rimodulazione del calcolo del trattamento integrativo mira a evitare la perdita del beneficio per i redditi fino a 28mila euro.
La sfida successiva per il governo sarà la stabilizzazione dei tagli alle imposte e ai contributi, finanziati fino al 2024 con quasi 15 miliardi di euro.
Il balletto dei decreti attuativi nella riforma fiscale
Come precedentemente annunciato, ci sono altri tre decreti attuativi della riforma. Tra le novità, si affronta il contenzioso in seguito alle osservazioni delle commissioni di Camera e Senato della scorsa settimana, non vincolanti ma significative. La cooperative compliance subisce ritocchi, con possibilità di coinvolgimento dei consulenti del lavoro, rivolti alle grandi imprese con soglie d’accesso in progressiva riduzione fino a 100 milioni di euro. Rispondendo alle richieste parlamentari, lo Statuto del contribuente prevede non solo l’obbligo di motivazione rafforzata in caso di respingimento da parte del Fisco delle osservazioni difensive, ma anche un’estensione dell’autotutela obbligatoria. Quest’ultima include l’errore sul presupposto d’imposta, la considerazione di pagamenti regolari e la documentazione sanata, entro i termini stabiliti per evitare la decadenza.