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Riforma fiscale Usa al traguardo, l’Europa guarda al voto catalano

I prezzi delle azioni di Wall Street sembrano aver già scontato i benefici della riforma di Trump ma il dollaro perde terreno sull’euro – Le Borse europee, frenate da super-euro, aspettano i risultati delle elezioni catalane – Altre sorprese dal fronte Bitcoin

Riforma fiscale Usa al traguardo, l’Europa guarda al voto catalano

At&t ha deciso di festeggiare il varo della riforma fiscale, approvata ieri in via definitiva, annunciando un bonus straordinario di mille dollari per ciascuno dei suoi 200mila dipendenti e un aumento per un miliardo di dollari degli investimenti negli Stati Uniti. “La legge – ha detto il ceo Randall Stephenson – rilancerà la crescita e permetterà la creazione di nuovi posti di lavoro ad alto reddito”.

L’entusiasmo del colosso delle tlc, uno dei settori più favoriti dalle nuove regole fiscali, non ha contagiato il resto del mercato. Gli indici di Wall Street sono rimasti piatti dopo la prima vera vittoria parlamenta del presidente Trump: Dow Jones -0,11%, S&P 500 -0,08%, Nasdaq -0,04%. Prevale la sensazione che i prezzi delle azioni americane abbia già scontano i benefici delle aliquote fiscali più favorevoli: nell’ultimo mese l’S&P è salito del 4,5% mentre le Borse Europee sono rimaste in pratica invariate.

PIATTA WALL STREET, IL GIAPPONE NON TOCCA I TASSI

Al contrario. gli effetti si stanno facendo sentire sul fronte dei tassi e delle valute. Il rendimento del T-bond decennale si è spinto ieri al 2,51%, ai massimi da marzo, mentre l’euro, trattato stamane poco sotto 1,19, ha guadagnato posizioni sul dollaro. La riforma, secondo i mercati, obbligherà Washington a creare più bond per finanziare il deficit. Intanto, la Fed, di fronte all’accelerazione dell’economia (ieri i conti del colosso della logistica Fedex (+3,5%) hanno confermato il trend positivo) potrebbe accelerare i tempi del rialzo.

Calma piatta invece in Oriente. Tokyo segna -0,1% nel giorno dell’ultimo meeting dell’anno della BoJ. La Banca del Giappone ha confermato in toto le indicazioni di politica monetaria, nessun cambiamento e nessuna indicazione su eventuali correzioni di tiro nel medio periodo. I tassi di deposito di breve periodo restano negativi, il QE sarà ancora di 80.000 miliardi di yen al mese, il target sul rendimento del decennale è zero. Non è ancora arrivato il momento di decretare la fine dell’era del denaro facile.

BITCOIN: PYONGYANG METTE A SEGNO IL FURTO DELL’ANNO

Scende la Borsa della Corea del Sud (Kospi -1%), invariato l’indice BSE di Mumbai. Sale la Borsa di Hong Kong (indice Hang Seng +0,5%), mentre il dollaro della città si svaluta nei confronti del dollaro degli Stati Uniti: il cross è sui minimi degli ultimi due anni. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen è in rialzo dello 0,8%.

Altre sorprese sul fronte del Bitcoin. La piattaforma coreana Youbit è stata costretta a chiudere i battenti dopo aver subito un nuovo furto di criptovalute. La rapina elettronica, secondo i sospetti della polizia, è da attribuire alla Corea del Nord, non nuova a colpi del genere. Secondo un’analisi di Seoul (la Corea del Sud tratta attorno al 20% sul totale delle criptovalute) una Borsa su tre subisce una rapina all’anno, la prima causa del fallimento delle piattaforme (una su due chiude i battenti nel primo anno di vita).

PETROLIO IN SALITA. BARCLAYS PROMUOVE TENARIS

Continua il rally del petrolio anche a seguito della discesa più forte del previsto delle scorte di greggio negli Stati Uniti. Stamane il Brent è scambiato a 64,4 dollari il barile sui mercati dell’Asia.

A Piazza Affari Eni -0,5% nel giorno in cui la società è stata rinviata a giudizio nel processo sulle presunte tangenti pagate in Nigeria. Il cane a sei zampe ha avviato la produzione nel giacimento di Zohr, in Egitto, che ha un potenziale di oltre 850 miliardi di metri cubi di gas in posto. Sale Tenaris (+1,2%) che ha beneficiato dell‘avvio di copertura da parte di Barclays con raccomandazione overweight e prezzo obiettivo a 16,5 euro. Gli analisti pensano che il business del gruppo abbia “il potenziale per migliorare ulteriormente”.

LA FORZA DELL’EURO FRENA LE BORSE

Finale ad alta tensione per la seduta dei listini europei turbati nel pomeriggio dal rischio di un rinvio della riforma fiscale Usa evocato dalle parole del consigliere Gary Cohn che ha pesato sia sul dollaro che sul mercato obbligazionario.

Anche Milano ha pagato il suo tributo all’incertezza generale, risucchiata dall’improvviso accelerazione al ribasso. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,74% a quota 22.109,65 punti. Il cambio euro/dollaro è tornato ai valori di tre settimane fa fino a 1,19 (1,1881 in chiusura da 1,1840. Ne ha risentito più di tutti Francoforte (-1,11%), il mercato più sensibile alla pressione dell’euro forte sull’export. In calo Parigi (-0,56%).

Madrid -0,26% alla vigilia del voto in Catalogna. Oltre cinque milioni e mezzo di cittadini catalani saranno oggi chiamati a eleggere i 135 deputati del prossimo parlamento regionale e a dare così una indicazione su quello che dovrà essere il futuro del processo di indipendenza che ha sconvolto il panorama politico del paese negli ultimi mesi. I sondaggi danno il fronte indipendentista e quello unionista sostanzialmente appaiati.

Fuori dalla zona euro, Londra lascia sul terreno lo 0,25%.

SPREAD, SPAGNA BATTE ITALIA NONOSTANTE IL REFERENDUM

Chiusura in negativo per i Btp, anche se leggermente sopra i minimi, a conferma della fase di correzione che sta interessando il mercato in quest‘ultimo scorcio del 2017. L‘obbligazionario europeo si è allineato al movimento dei rendimenti sui Treasury, spinti verso l‘alto dalla prospettiva della riforma fiscale voluta dal presidente Trump.

Lo spread Btp/Bund ha toccato i 156 pb, segnando un nuovo massimo dal 30 ottobre; il rendimento sul benchmark decennale italiano è a sua volta salito fino all‘1,97%, anche in questo caso a nuovi massimi da fine ottobre: dai minimi dell’8 dicembre (1,64%), in meno di due settimane il tasso sul Btp decennale si è mosso verso l‘alto di oltre 30 punti base.

Il tasso sul decennale tedesco si è portato fino a 0,43%, ai massimi da oltre un mese. Anche ieri la carta italiana è andata peggio di quella spagnola: lo spread Italia-Spagna si allarga a fine seduta di 4 punti, a quota 48. E il decennale portoghese, in area 1,80% in chiusura, tratta oltre 10 punti sotto il pari scadenza italiano.

IL 27 DICEMBRE AL VIA LE PRIME ASTE DEL 2018

Il Tesoro ha comunicato i dettagli delle aste di Ctz (offerti 2,5 miliardi) e Bot (6,6 miliardi) di mercoledì 27, le prime con regolamento nel 2018. Oggi sarà la volta delle comunicazioni sull‘offerta a medio lungo del 28, che secondo le previsioni di Intesa Sanpaolo vedranno tra l‘altro il lancio del nuovo benchmark decennale.

BANCHE SOTTO PRESSIONE, MA CREVAL VOLA

La debolezza dei bancari, diffusa in tutto il vecchio continente ma amplificata sul listino milanese, ha dettato il tono della giornata. Il paniere delle banche italiane ha perso l‘1,2%.

Unicredit lascia sul terreno il 2,9% e Banco Bpm cede l‘1,6% nonostante il Cda abbia deliberato lunedì di cedere altri 1,8 miliardi di euro di crediti in sofferenza. Tra i titoli peggiori Banca Mediolanum (-2,3%).

In netta controtendenza con un balzo dell‘8,6% Credito Valtellinese all‘indomani del via libera dei soci all‘aumento di capitale da 700 milioni, pilastro fondamentale del piano industriale incentrato su una forte riduzione degli Npl.

IL CARO DENARO PESA SU ENEL, IL CALCIO PREMIA MEDIASET

Tra le utilities in rialzo Italgas che ha sottoscritto con la Banca Europea per gli investimenti un contratto di prestito di 360 milioni di euro.

In rosso invece Enel (-0,75%) che attraverso la controllata Enel Green Power Argentina si è aggiudicata i diritti per la costruzione dell’impianto eolico di Pampa da 100 MW (130 milioni di dollari).

Tra i migliori Mediaset con un guadagno dell‘1,3%: il mercato prezza già la cessione dei diritti a Tim Vision (460 milioni). Inoltre, sembra che il Biscione si sia aggiudicato i diritti sui mondiali di calcio in Russia. Il Fatto Quotidiano riporta la cifra: 78 milioni di euro.

Telecom Italia -1,5%. Iliad avvierà la commercializzazione del suo servizio nel corso della primavera.

CAMPARI SI OFFRE UN BISQUIT, RIMBALZA YNAP

Prysmian +0,33% a 27,65 euro. Mediobanca Securities ha limato il target price da 30,2 a 30 euro, che resta comunque superiore agli attuali prezzi di Borsa. Raccomandazione confermata a outperform.

Campari (-0,54%) ha annunciato l’acquisto di Bisquit Dubouchè et Cie dal gruppo sudafricano Distell per 52,5 milioni di euro. Il closing dell’operazione è previsto nel primo trimestre del 2018, mentre il perfezionamento della cessione di Lemonsoda a Royal Unibrew A/S è atteso il prossimo 2 gennaio.

Nel settore del lusso, rimbalzo di YNap (+0,55%), martedì in forte ribasso dopo che Morgan Stanley aveva tagliato le stime sull’ebitda margin. Ieri, invece, Kepler Cheuvreux ha confermato sul titolo la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 31 euro. Bene anche Salvatore Ferragamo (+0,79%). Luxottica ha chiuso in ribasso a 50,95 euro, lasciando sul terreno lo 0,97%.

FALCK, KR ENERGY, ITALMOBILIARE: TRIS DI RIALZI

Trevi avanza del 6,5%, in attesa che venga definita l‘entità dell‘aumento di capitale. La vigilia il titolo ha perso il 10% circa.

Ha messo a segno un balzo di oltre l‘11% Kr Energy, che ha annunciato un investimento da circa 55 milioni di euro per la reindustrializzazione del sito ex Whirpool a Teverola, in provincia di Caserta.

Nello Star svetta ancora Falck Renewables (+7,4%) che raccoglie ulteriori consensi dopo la presentazione, nei giorni scorsi, di un piano industriale 2017-2021 molto apprezzato dal mercato.

Italmobiliare +3,3% alla vigilia di un Cda che dovrebbe fare il punto sui tanti dossier di investimento all‘esame.

Vola Astaldi (+6%) dopo la ridefinizione dei parametri finanziari al 31 dicembre, alla base della revolving credit facility (RCF) da 500 milioni di euro ottenuto dalle banche finanziatrici.

Debutto in calo di circa un punto percentuale all‘Aim per Gel.

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