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Riforma fiscale: meno Irpef, ma il catasto resta uno scoglio

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Riforma fiscale ai nastri di partenza. Governo e maggioranza stanno lavorando su un piano che prevede una rimodulazione dell’Irpef e un anticipo dei tagli all’Irap a partire dal primo gennaio 2022. Su questi punti c’è un sostanziale accordo tra le forze politiche: restano da chiarire gli aspetti tecnici. Ben più complicato sarà invece trovare la quadra sulla riforma del catasto, che rischia di far salire le tasse sulla casa per molti italiani, ma, allo stesso tempo, è anche uno dei provvedimenti chiesti da Breuxelles in cambio degli aiuti del Next Generation Eu.

Tornando all’Irpef, l’intervento dovrebbe prevedere una riduzione o l’accorpamento della terza aliquota, quella del 38 per cento, che colpisce i redditi tra i 28 e i 55mila euro. Si tratta dello scaglione più penalizzante – soprattutto per i lavoratori dipendenti – perché comporta un salto di oltre 10 punti percentuali rispetto alla seconda aliquota.

Alla misura si potrebbe accompagnare una lieve riduzione dell’Irap, cioè la tassa sulle attività produttive pagata dalle imprese, di cui in molti chiedono da tempo il taglio se non addirittura la cancellazione.

Questi due primi tagli potrebbero arrivare con la legge di bilancio o con un provvedimento a parte. Quasi certamente non confluiranno nella legge delega sul Fisco, che ha tempi decisamente più lunghi (all’approvazione parlamentare segue infatti la scrittura dei decreti delegati da parte del governo, che in questo caso non può contare su risorse già stanziate).

L’approdo in Consiglio dei ministri della delega fiscale potrebbe avvenire questa settimana, ma è possibile anche uno slittamento a dopo le elezioni amministrative, per ridurre il rischio che i partiti sfruttino il provvedimento come arma di propaganda.

Per quanto riguarda la riforma del catasto, continua l’opposizione della Lega, che si spinge fino a chiedere un rinvio della delega; anche il Movimento 5 Stelle è contrario, mentre il Pd spinge per avviare la revisione al più presto.

Il problema delle risorse sarà affrontato in settimana con la presentazione della Nadef, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Al momento, per la riforma fiscale sono disponibili 2-2,5 miliardi: troppo poco. Ma è possibile che una revisione in positivo del Pil 2021 consenta di alzare notevolmente l’asticella.

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