Il Premier Mario Draghi non si sottrae alle polemiche e apre la sua conferenza stampa sulla delega fiscale parlando dell’argomento politicamente più caldo della giornata: il catasto. “Non è revisione, ma una riformulazione, il governo si impegna ad accatastare tutto quello che non è accatastato, terreni, abitazioni, e procede a una revisione delle rendite catastali adeguandole alle rendite di mercato. Servono 5 anni e l’impegno è che nessuno pagherà di più o di meno, e le rendite restano invariate”, ha spiegato. “Si tratta – ha continuato il presidente del Consiglio – di un’operazione di trasparenza, con un contenuto informativo importante, ma non cambia l’imposizione fiscale sulle case e sui terreni”, ha concluso, sottolineando che la delega avrà una durata di 18 mesi durante i quali ci saranno ulteriori momenti di confronto con il Parlamento. “Il contribuente medio non si accorgerà di nulla per quanto riguarda il catasto, resterà tutto come prima”, ha ribadito il Premier rispondendo alle domande dei giornalisti. Una precisazione resa necessaria in virtù della posizione della Lega che ha prima abbandonato la cabina di regia e poi ha deciso di non partecipare al consiglio dei ministri che ha dato via libera al disegno di legge delega di riforma fiscale, un documento di 10 articoli contenente, oltre alla revisione del catasto, anche interventi su Irpef e Iva e il superamento progressivo dell’Irap.
L’assenza della Lega al Cdm sulla delega fiscale “la spiegherà l’onorevole Salvini oggi o domani. Ma gli scambi avvenuti in cabina regia e nelle conversazioni avevano dato sufficienti elementi per valutare la legge delega”, ha spiegato Draghi. Sul tema, il leader della Lega Matteo Salvini lascia trapelare irritazione: “Non voto la delega fiscale perché non contiene quello che era negli accordi. I ministri della Lega non possono averla in mano alle 13.30 per una riunione alle 14. Non è l’oroscopo, non è possibile avere mezz’ora di tempo per analizzare il futuro degli italiani. C’è qualcosa da cambiare nella modalità operativa”.
Tornando alla conferenza stampa, è stato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, a illustrare i dettagli del documento. “La riforma è un’opportunità verso un sistema che sia più efficiente e meno distorsivo”, ha detto, precisando che i pilastri della struttura fiscale come Irpef e Iva resteranno “ma verranno riconsiderati”. “Il nostro sistema fiscale è stato disegnato 50 anni fa, nei primi anni ’70, dopodiché ci sono state molteplici innovazioni, ma il disegno va aggiornato”, ha detto il ministro.
Uno degli obiettivi della delega fiscale è il “contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. È un problema non nuovo in Italia”, ha detto Franco, spiegando che la differenza tra gettito teorico e gettito effettivo “si stima sia di circa 100 miliardi”. “Il contenimento è misura necessaria per ridurre le aliquote e avere una distribuzione del carico più favorevole alla crescita economica”, ha affermato ancora.
Scendendo nei dettagli del provvedimento, il ministro ha evidenziato la necessità di ridurre il cuneo fiscale “che in Italia è relativamente elevato. Per un lavoratore di reddito medio è di 5 punti superiore a quello della media europea”, ha detto Franco. “Larga parte del cuneo è imputabile all’imposta sulle persone fisiche”, ha aggiunto.
Altra misura importante sarà il superamento dell’Irap che avverrà in maniera progressiva e graduale, “seguendo due possibili linee di intervento: assorbendola in altre imposte o reperendo altre coperture”, ha spiegato il ministro dell’Economia. Per quanto riguarda l’Iva “si stabilisce l’obiettivo di razionalizzare la struttura dell’imposta e semplificare la gestione del tributo. Un intervento volto a ridurre i livelli di evasione ed elusione”, ha detto Franco. L’evasione, ha aggiunto, è stimata in oltre 30 miliardi all’anno.
E ancora: nella riforma fiscale troveranno spazio la semplificazione dell’Ires, il riordino delle deduzioni dalla base imponibile e delle detrazioni dall’Irpef, nuove sovrimposte al posto di addizionali comunali e regionali, l’armonizzazione della tassazione del risparmio. “Si prevede che l’Imu relativa agli immobili per uso produttivo in futuro affluisca agli enti locali. Un articolo riguarda la riscossione, per ricondurre l’agenzia della riscossione dentro l’Agenzia delle Entrate”, ha concluso Franco.