La riforma fiscale arriverà al Consiglio dei ministri la prossima settimana.Ma l’ossatura della Legge delega con la quale il governo Meloni vuole rivoluzionare il fisco è ormai definita. La legge delega è divisa in 4 parti e 21 articoli. Saranno due le fasi operative: la prima prevede la realizzazione dei testi unici con le relative norme e abrogazioni di disposizioni non più compatibili mentre il secondo passo sarà quello di codificare il diritto tributario. Serviranno, perciò, almeno 24 mesi per adottare i decreti e cambiare il fisco. Se il progetto si realizzerà, l’Italia abbandonerà il sistema fiscale adottato nel 1971 con la riforma Visentini. Una riforma “ambiziosa” l’ha definita il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
I punti chiave della riforma saranno l’Irpef a tre aliquote, la revisione dell’Ires (a due aliquote), il taglio delle detrazioni e deduzioni fiscali, l’abolizione dell’Irap: obiettivo finale una Flat tax per tutti (non solo per i lavoratori autonomi, ma anche i dipendenti e i pensionati) entro la fine della legislatura. Prevista anche la riduzione dell’iva sui beni di prima necessità e la cancellazione di alcune imposte.
Riforma fiscale: tre aliquote Irpef
Tra le ipotesi di riforma viene confermato, quindi, la volontà di ridurre da quattro a tre le aliquote irpef accorpando i due scaglioni centrali. Due le possibili soluzioni: la prima prevede tre aliquote, una al 23%, una al 27% e una al 43% con un costo stimato allo Stato di circa 10 miliardi di euro mentre la seconda sarebbe di tre aliquote al 23%, al 33% e al 43%, per un costo di 6 miliardi di euro. Le nuove aliquote Irpef saranno rifinanziate attraverso la revisione delle tax expenditures.
Riforma fiscale: riduzione delle detrazioni fiscali
La riforma fiscale passa soprattutto dalla revisione delle tax expenditures (esenzioni fiscali). È previsto il taglio delle oltre 600 voci di detrazioni fiscali che oggi costano circa 165 miliardi di euro ogni anno. È da qui, nelle intenzioni del governo, che dovranno arrivare quei risparmi che consentiranno di finanziare la manovra sull’Irpef, l’iris e l’Iva. Per ridurre queste spese si pensa ad una forfettizzazione con la diminuzione delle detrazioni all’aumentare dell’imponibile: la base di partenza sarà del 4% dell’imponibile per i redditi più bassi, per poi andare a scendere all’aumentare del reddito. L’intenzione del governo sarebbe quella di rivedere la maggior parte delle detrazioni che oggi sono fissate al 19%. Esclusi dal vincolo sarebbero le spese sanitarie, per l’istruzione e le deduzioni sugli interessi passivi dei mutui prima casa.
Riforma fiscale: Ires a due aliquote
Riformata su due livelli l’Ires, l’imposta sui redditi delle società. L’aliquota di base resterebbe al 24% ma potrà scendere fino al 15% se l’impresa investirà nei due anni successivi i propri utili in investimenti innovativi o se li utilizzerà per assumere disoccupati, percettori del nuovo reddito di cittadinanza, donne o ultracinquantenn
“Diamo uno stimolo alle imprese ad occupare questi soggetti, penso che possiamo fare in modo che la minore tassazione Ires si rifletta nella creazione di posti di lavoro. E otteniamo un ulteriore risultato perché a fronte della riduzione del carico fiscale per le imprese avremmo una tassazione Irpef per le persone che vengono assunte” ha spiegato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
Altre misure: abolizione Irap e rimodulazione dell’Iva
Tra le altre riforme annunciata anche la graduale abolizione dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti, attraverso l’introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella Ires.
Prevista la riduzione dell’Iva sui beni di prima necessità. Tra le ipotesi vi è quella di applicare aliquota zero ai beni come pane, pasta e latte. Si punterà anche ad un riordino dei panieri per garantire trattamenti fiscali omogenei per beni simili fra loro.
Verranno cancellate imposte ipotecarie e catastali, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie; al loro posto arriverà un tributo in misura fissa. Stop alle multe e sanzioni durante i mesi di agosto e dicembre.
Il dettaglio delle misure e le modalità di finanziamento della riforma non sono incluse nella delega, ma saranno affidati ai futuri decreti attuativi che il governo dovrà emanare entro 24 mesi.