Mario Draghi nel suo discorso programmatico ha parlato della necessità di un “intervento complessivo” sul fisco, sostenendo che “non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta” e che con un approccio globale è “più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli”. Parole che sembrano rispondere alle sollecitazioni e alle indicazioni in arrivo da più parti, visto che sul fronte fiscale ognuno ha la propria ricetta.
Draghi non ha fatto riferimento ad alcuna proposta in particolare, ma proprio in questo periodo le commissioni Finanze di Camera e Senato stanno sentendo congiuntamente le varie categorie proprio sulla riforma dell’Irpef.
CONFINDUSTRIA
Confindustria sollecita la regolarizzazione dell’andamento delle aliquote Irpef, chiedendo di alleggerire la pressione sui redditi medi e di eliminare i disincentivi ad aumentare il reddito (in particolare sopra i 28mila euro, soglia oltre la quale l’attuale modello produce le distorsioni più ampie).
Secondo gli industriali, la soluzione più agevole è ridisegnare i parametri dell’imposta esistente, mantenendo un sistema ad aliquote e scaglioni, ma riducendo l’ampiezza dei “salti” di aliquota (in particolare tra secondo terzo scaglione) e applicando le detrazioni decrescenti in maniera più lineare rispetto al reddito a partire da 28mila euro.
Inoltre, per Confindustria devono essere salvaguardate le misure fiscali che incentivano la produttività e il welfare aziendale, quali la detassazione dei premi di risultato o la normativa fiscale del welfare aziendale.
Le proposte portate dagli industriali davanti alle commissioni si possono riassumere in quattro punti:
- eliminazione dei fattori distorsivi dell’imposta che alterano la sua progressività e determinano l’attuale divario tra le aliquote nominali e le aliquote effettive;
- maggiore trasparenza delle regole di determinazione dell’imposta;
- riduzione della pressione fiscale senza incremento delle imposte indirette e senza fare ricorso ad imposte patrimoniali;
- semplificazione del sistema fiscale anche attraverso la sistematizzazione di tutto il quadro normativo in un “Codice Tributario Unico”.
CNA
Per gli artigiani, la Cna propone una modifica radicale della tassazione per le imprese individuali e società di persone, assoggettando all’aliquota progressiva dell’Irpef, con le stesse detrazioni previste per gli altri redditi da lavoro, la parte di reddito d’impresa prelevata dall’imprenditore e tassando con aliquota separata la parte che resta in azienda, che potrebbe essere fissata al 15%, al pari del regime forfettario.
Inoltre, la Cna sollecita una profonda opera di semplificazione, che significa anzitutto ridurre il numero dei tributi. Al riguardo, secondo i rappresentanti degli artigiani, è necessario abrogare l’Irap e trasformarla in un’imposta addizionale all’Ires. Infine, in nome della semplificazione e dell’equità, la Cna chiede l’abolizione dell’Imu sugli immobili strumentali, come già avvenuto per il settore agricolo.
CONFESERCENTI
In audizione davanti alle due commissioni parlamentari, Confesercenti ha puntato l’indice in particolare sulle aliquote che colpiscono i redditi tra 28 mila e 55 mila euro, suggerendo che il reddito delle persone fisiche titolari di partita IVA, delle imprese individuali e delle società di persone sia determinato in base a un criterio di cassa puro, abbandonando quello della competenza. Si potrebbe al contempo introdurre un sistema di “abbonamento fiscale”, con liquidazione mensile o trimestrale delle imposte in base alle somme effettivamente incassate, superando acconti previsionali e saldi. In una logica di semplificazione, per Confesercenti si potrebbe prevedere anche il superamento dell’Irap contestualmente all’introduzione di un’addizionale al reddito d’impresa, dalla quale andrebbero esentate le imprese non dotate di autonoma organizzazione ora escluse dalla tassazione Irap.
Tanti suggerimenti, di fronte ai quali Draghi è stato netto: “Va studiata una revisione profonda dell’Irpef con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività”. Una riforma da accompagnare a un “rinnovato e rafforzato impegno nell’azione di contrasto all’evasione fiscale”.