La legge delega per la riforma della PA è stata approvata in via definitiva martedì 4 luglio dal Senato con 145 voti favorevoli e 97 contrari. La responsabilità è ora nelle mani del Governo, chiamato a varare i decreti attuativi. In tutto le deleghe sono 15 e dovranno essere seguite da un numero uguale o superiore di provvedimenti dell’Esecutivo. Il primo pacchetto di decreti dovrebbe arrivare subito dopo la pausa estiva.
Il Ddl è stato molto contestato dai sindacati, ma secondo il Def del Governo potrebbe valere 0,4 punti percentuali di Pil nei prossimi 5 anni. Ecco le principali novità introdotte dalla riforma:
1) LICENZIAMENTI PIU’ FACILI
Le azioni disciplinari non potranno più concludersi nel nulla: dovranno sempre essere portate a termine e il licenziamento sarà un’opzione praticabile. Quanto all’articolo 18, per il lavoratori pubblici il reintegro dovrebbe rimanere.
2) STRETTA SUI DIRIGENTI: SI POSSONO LICENZIARE O DEMANSIONARE
In caso di valutazioni negative, i dirigenti della PA potranno essere licenziati. Per non perdere il posto, gli interessati potranno chiedere di essere demansionati alla carica di funzionari. Gli incarichi non saranno più a vita (4+2 anni) e scatterà la revoca in caso di condanna della Corte dei Conti. Tutti i dirigenti, inoltre, confluiranno in un unico bacino: è previsto un solo ruolo (seppure diviso su tre livelli: statale, regionale, locale) senza più distinzione tra prima e seconda fascia. Si va verso una quota unica (intorno al 10%) per l’accesso di esterni.
3) SFORBICIATA SU PARTECIPATE, CAMERE DI COMMERCIO E PREFETTURE
Non solo le partecipate verranno ridotte, ma sarà anche stabilito un numero massimo di bilanci in rosso dopo il quale scatterà la liquidazione o il commissariamento. Le camere di commercio saranno dimezzate. La stessa sorte toccherà probabilmente alle prefetture (attualmente ne esiste una per ogni Provincia). La razionalizzazione degli uffici periferici del Governo sul territorio culminerà nella creazione dell’Ufficio territoriale unico dello Stato, nel quale confluiranno verosimilmente le sedi decentrate di Ragioneria generale, archivi notarili, Soprintendenze, uffici scolastici, direzioni regionali e territoriali del lavoro.
4) BOLLETTE E MULTE PAGABILI CON UN SMS
I versamenti a beneficio della PA come bollette e multe potranno essere effettuati anche tramite SMS, purché si tratti di somme irrisorie (presumibilmente sotto 50euro).
5) NUMERO UNICO PER LE EMERGENZE: 112
Qualsiasi sia l’emergenza da fronteggiare, per chiedere aiuto bisognerà telefonare al 112. Le chiamate dovrebbero essere raccolte da centrali regionali, che avrebbero poi il compito di smistarle a seconda della necessità.
6) UN SOLO LIBRETTO PER L’AUTO
Si va verso il trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall’Aci, al Ministero dei Trasporti, cui fa capo la Motorizzazione. Nascerà così un’unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto.
7) CONCORSI PUBLBICI: STOP AL VOTO MINIMO DI LAUREA
Il voto di laurea è un criterio superato per la selezione dei lavoratori pubblici: non ci sarà più una soglia sotto la quale non si è ammessi alla selezione. L’obiettivo è dare più importanza alla valutazione in sede di concorso. Nelle prove non mancherà mai un test d’inglese.
8) ASSENTEISMO: POTERI ALL’INPS CONTRO I FINTI MALATI
Per stanare i finti malati, le funzioni di controllo e le relative risorse passeranno dalle Asl all’Inps.
9) ADDIO AL CORPO FORESTALE
La Forestale dovrà essere assorbita in un’altra forza (probabilmente i Carabinieri), così da portare i corpi da 5 a 4. E’ previsto, inoltre, il riordino di tutte le forze.
10) GRANDI OPERE: PRATICHE DIMEZZATE
Per gli insediamenti produttivi rilevanti e le opere di interesse generale la burocrazia sarà ridotta, con l’obiettivo di dimezzare i tempi per le operazioni. Sarà possibile inoltre attribuire poteri sostituitivi al Presidente del Consiglio.