Nella riforma del fisco c’è una norma che sarebbe un “salva-Berlusconi”. In particolare si tratta di quella introdotta nel decreto legislativo approvato alla vigilia di Natale dal Consiglio dei ministri, che- in materia di reati tributari – prevede l’esclusione della punibilità “quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato o l’importo dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al 3% dell’imposta sul valore aggiunto dichiarato”.
Come riportano diversi quotidiani, non è chiaro chi sia l’autore del decreto, se risieda al ministero dell’economia di Padoan o a palazzo Chigi di Renzi, ma la novità garantirebbe a Silvio Berlusconi la cancellazione della condanna a quattro anni nel processo Mediaset per frode fiscale. La depenalizzazione gli consentirebbe di ricandidarsi.
E’ davvero così? “Assolutamente no, non riguarda Berlusconi – dice il suo avvocato, Niccolò Ghedini -. Questo articolo si riferisce solo all’infedele dichiarazione”. Ma per molti esperti di diritto la norma, così scritta, si applicherebbe anche alle false fatturazioni e alla frode fiscale. Che nel caso specifico di Berlusconi sarebbe al di sotto della prevista soglia del 3%.