X

Rifiuti Roma: il termovalorizzatore e la svolta di Gualtieri segnano anche la rivincita di Acerra

FIRSTonline

L’annuncio del sindaco Roberto Gualtieri di dotare Roma di un termovalorizzatore per i rifiuti è forse l’iniziativa politica più forte da quando è stato eletto ad ottobre 2021. Una dichiarazione a sorpresa per un impianto tecnologicamente avanzato che potrà bruciare 600 mila tonnellate di rifiuti all’anno. Una struttura destinata a diventare il pilastro del nuovo piano rifiuti della Capitale. E con tre scopi principali : sfruttare tutta l’energia prodotta, segnare la fine dell’attuale sistema di trattamento meccanico di Rocca Cencia, far risparmiare al Comune 30/40 milioni di euro all’anno. “ Dotandosi di un impianto waste to energy moderno, Roma spenderebbe meno dei circa 150 milioni di euro l’anno per trasportare e smaltire i rifiuti” dice Chicco Testa Presidente Assoambiente. Alla politica, sorpresa dalla notizia, Gualtieri ha spiegato di aver svolto un’attenta e approfondita valutazione delle tecnologie disponibili. “Alla fine- ha detto – abbiamo deciso di dotarci di un nuovo impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti che produca calore ed energia”. In breve la Capitale d’Italia non puo’ continuare ad affidarsi alle discariche e subirne l’inquinamento atmosferico. Anzi, il progetto in itinere farà a meno del 90% dell’attuale fabbisogno di discariche.

Rifiuti Roma: il nuovo termovalorizzatore

Dove sorgerà ? L’area individuata dai tecnici è quella di Santa Palomba, già oggetto di altre valutazioni di trattamento rifiuti. Il rovesciamento dell’attuale sistema rifiuti dovrebbe, comunque, concludersi nel 2025. Una data non casuale coincidente con il Giubileo di cui il Sindaco Gualtieri è Commissario straordinario. Da questo punto di vista il doppio ruolo puo’ essergli determinante sia per la tempistica che per i costi stimati ad oggi in 6-700 milioni di euro. Al netto- sia chiaro- di burocrazia, intralci e prezzi in aumento di materie prime . L’ottimizzazione del progetto ha bisogno, tuttavia, anche di una buona intesa con il governo e la Regione Lazio per cui si sa che le procedure straordinarie partiranno in tempi rapidi. Roma raggiungerà “discarica zero” come chiede l’Europa ? Sul mercato ci sono tecnologie molto avanzate e rispetto alla quantità di rifiuti trattabili il termovalorizzatore dovrebbe ridurre le emissioni da rifiuti almeno del 44% , ma poi dovrebbe aumentare la raccolta differenziata al 65%. Il sistema a regime , a questo punto, produrrebbe elettricità per 150 mila famiglie e gas per 60 mila.

Rifiuti Roma: perché il termovalorizzatore è indispensabile

In definitiva si va verso un modello virtuoso di economia circolare con tecnologie e monitoraggi costanti del termovalorizzatore in grado di tranquillizzare chiunque teme emissioni inquinanti. Secondo noi “solo così si potrà uscire dalla costante emergenza di Roma, replicano da Assoambiente”.

La città produce ogni anno 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, stretta da continue emergenze e spese senza alcun rendimento. L’obiettivo europeo di riciclo è del 65%, con il restante 35% da utilizzare per recuperare energia ed abbandonare le discariche. In Europa ci sono 492 impianti di recupero energetico da spazzatura, di cui molti a servizio delle grandi capitali europee. Ogni anno gestiscono circa 100 milioni di tonnellate di rifiuti. Il ritardo con cui Roma affronta l’argomento rende merito ad un’idea di rinnovamento dei servizi essenziali su cui “potrebbero convergere le migliori competenze pubbliche e private”, aggiunge Testa. E perché non immaginare anche soluzioni urbanistiche, architettoniche, di design adatte alla specificità di Roma che la migliorino anche in un settore così fragile? L’annuncio c’è stato e il progetto va seguito. C’è solo il timore di posizioni preconcette che neghino il diritto dei romani ad avere una città pulita e meno inquinata.

Termovalorizzatore a Roma: la rivincita di Acerra

Per comprendere gli effetti nefasti di simili posizioni basterebbe ricordare la vicenda del termovalorizzatore di Acerra (Napoli). Gestito da A2A, dopo un calvario politico-giudiziario è diventato modello di combustione controllata dei rifiuti ed ogni anno evita l’emissione in atmosfera di 35.000 tonnellate di anidride carbonica in una zona compromessa sul piano ambientale per decisioni incomprensibili. Non di meno, l’impianto immette nella rete elettrica nazionale 576 GigaWattora di energia elettrica equivalenti ai consumi di oltre 200 mila utenze domestiche. Non si lamentano incongruenze tra spazzatura prodotta e trattata al punto che un anno fa il Tar ha respinto un ricorso degli ambientalisti contro l’ampliamento delle vasche di stoccaggio per maggiori lavorazioni. La storia di Acerra, insomma, è piena di ubbie ostili al buon uso delle tecnologie. Auguriamo a Roma un destino diverso.

Related Post
Categories: Politica