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Rifiuti, nuova infrazione dell’Ue all’Italia: ormai è una tassa occulta a carico dei contribuenti

FIRSTonline

Predestinato a sanzioni e umiliazioni politiche. L’Italia è il paese che in tutta l’Unione europea ha collezionato più multe per infrazioni da essere, appunto, un paese predestinato. In fondo la popolazione discende dai greci, dove la predestinazione era connaturata alla nascita. I governi italiani da venti anni collezionano le infrazioni dell’Ue tanto da averne perso il conto. Il conto economico, chiaramente, viene girato ai contribuenti i quali nelle varie gabelle, sotto mentite spoglie, pagano l’obolo del peccatore a Bruxelles. Una specie di virtù ambientalista per conto terzi.

Rifiuti, cosa dice la Ue all’Italia

L’ultimo infortunio (!) porta la data 25 luglio per non aver recepito correttamente l’ultima direttiva sui rifiuti. Ma come, non si era detto che avevamo battuto tutti ? Che c’erano progressi nei vari comparti ? Non esattamente. Tanto l’Ue ha fissato target per ridurre la produzione di spazzatura, quanto l’Italia nel non ha raggiunto l’obiettivo del 50% del riciclaggio dei rifiuti urbani. A chi segue il settore non era sfuggita una segnalazione di due mesi fa sullo stesso tema, salvo poi avere notizia della nota di ieri. Entro due mesi bisogna rispondere, ma, attenzione, se le giustificazioni non saranno adeguate, la nuova Commissione farà partire la procedura di infrazione. Giorgia Meloni a Bruxelles in questo momento non ha molti amici

Rifiuti, chi paga il conto?

L’elenco delle multe a ogni modo si allungherebbe (si allungherà ? ) e Giancarlo Giorgetti troverà il modo di girare la parcella monnezza ai buoni patrioti paganti. “L’Italia non ha recepito correttamente diverse disposizioni della direttiva modificata, tra cui quelle sulla responsabilità estesa del produttore, sulla garanzia di un riciclaggio di alta qualità, sulla raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e sull’attuazione di un sistema di tracciabilità elettronica”. È come un menu dettagliato con il contorno di e inadempienze anche per la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il piatto, insomma, smentisce le belle parole sull’economia circolare che ascoltiamo in convegni e dibattiti Tv. All’Ue hanno preso una cantonata ?

Intanto il target europeo per la vasta gamma di prodotti elettronici – i cosiddetti Raee – è di un tasso di raccolta differenziata di almeno il 65%, laddovel’Italia è arrivata al 30%. Ora il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin tra un convegno e l’altro e un pò di vacanze, saprà trovare la migliore risposta per la Commissione europea. Magari farà un salto a Bruxelles a spiegare le cose, portando con se la sua opera omnia: il Piano clima ed energia seconda edizione. Mettiamoci pure in pausa agostana, però visto il quadro recidivo della classe dirigente politica è difficile trovare nel mondo cittadini più predestinati degli italiani nel pagare multe per incapacità degli altri. La premier dirà che è tutta colpa di chi c’era prima. Un classico. Aspettare per credere.

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