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Rifiuti: arrivano fondi per i nuovi impianti, il 60% al Centro Sud

Photo by pawel_czerwinski on Unsplash

Un miliardo e mezzo alle Regioni che aspettano. Gli impianti di trattamento rifiuti finalmente prendono il largo. Tra pochi giorni arriveranno i decreti per il programma “Città circolari”, pilastro del nuovo corso ecosostenibile dell’Italia. Il Ministero della transizione ecologica ha fatto sapere che il 30 settembre usciranno i decreti con i criteri di valutazione dei progetti. Riguarderanno sia la raccolta differenziata che il riciclo. E’ una rivoluzione silenziosa ma sicuramente efficace, rispetto agli stop dei due governi precedenti. Le conseguenze di quelle ubbie ideologiche, purtroppo, sono sotto gli occhi di milioni di cittadini. Città invase da rifiuti e servizio di raccolta in affanno, a cominciare da Roma Roma nei rifiuti, altro flop M5S

Recuperando il tempo perso si guardano gli obiettivi di riciclo su scala europea che prevedono che il 65% dei rifiuti venga riciclato. “La buona notizia – ha detto Cingolani – è che mettiamo in moto l’altro grande filone di interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello dedicato all’economia circolare. I progetti partiranno già nelle prossime settimane”. Alla vigilia di importanti scadenze internazionale – la PreCop 26 di Milano e il vertice Onu di Glasgow di novembre – l’Italia si riappropria di investimenti ad alta tecnologia necessari a strutturare un Paese più sostenibile.

Il 60% degli investimenti andranno al Centro Sud, area da sempre indietro nella raccolta e nel trattamento. Grazie alla nuova iniezione di denaro la situazione dovrebbe migliorare nei prossimi due, tre anni. Ricordiamo che Sicilia, Campania, Calabria sono tuttora alle prese con le discariche, sebbene dichiarate fuori legge da anni. Il 30% della frazione organica di spazzatura verrà, dunque, trattata nei nuovi impianti per ricavarne energia. L’energia termica ottenuta sarà di grande aiuto nei passaggi verso le rinnovabili come pianificato nel PNRR. Il mix di fonti disponibili, del resto, soprattutto nell’industria, sta accompagnando la ripresa economica e non si fermerà così presto.

Sarebbe stato poco diligente da parte dell’esecutivo in questa fase perseverare in dinieghi assurdi. Ed è evidente che né Draghi, né Cingolani o Giovannini vogliono somigliare ai loro predecessori dei governi Conte 1 e 2 nemici dichiarati di nuove infrastrutture. Il risultato è che più del 20% dei rifiuti finisce in discarica mentre ci sono aziende pronte ad investire di loro negli impianti. Non a caso per il governo grazie ai nuovi decreti bisogna migliorare sia la quantità che la qualità di quello che viene raccolto per attivare processi di microeconomia circolare successivi alla raccolta. I governatori dovranno essere buoni compagni di viaggio, anche perché i nuovi impianti saranno tutti a basso impatto ambientale e capaci di gestire anche i rifiuti speciali. Come avviene da lungo tempo, fuori dai nostri confini.

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Categories: Economia e Imprese