Dodici punti, uno dietro l’altro, un manifesto per rilanciare il tema rifiuti in Italia. “Un tema del tutto assente da questa campagna elettorale”, dice subito Chicco Testa Presidente di Assoambiente, l’Associazione che rappresenta le imprese private di servizi ambientali e rifiuti . Ci sono priorità dimenticate dalla politica che vanno riprese al più presto, soprattutto se si vuole restare nella via della transizione ecologica. “Alla politica – aggiunge Testa – chiediamo l’impegno ad affrontare il tema della gestione dei rifiuti e delle bonifiche con una visione globale di breve, medio e lungo periodo ed un approccio pragmatico, funzionale al rafforzamento di un comparto industriale in grado di imprimere slancio e competitività al Sistema Paese”. Una gestione circolare ed efficiente di tutti i tipi di rifiuti è l’unica che può risolvere nodi strutturali antichi. Quelle strozzature che periodicamente espongono l’Italia a critiche e sanzioni dell’Europa. Dal punto di vista industriale le imprese scontano lacune e ritardi che frenano non solo gli investimenti, ma anche interventi indispensabili per rispondere agli sconquassi della pandemia ed in modo più circostanziato al rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime.
I rifiuti sono da gestire con criteri industriali
Su cosa lavorare, dunque? Il manifesto per la gestione circolare ed efficiente dei rifiuti indica 12 punti precisi.Le principali richieste di Assoambiente vanno dalla normativa, al riciclo, allo sfruttamento energetico della spazzatura, ai pagamenti in carico alla Pubblica Amministrazione. Gli interventi normativi di Governo, Parlamento e Regioni vanno limitati perché creano disomogeneità territoriali e aggravano gli adempimenti per le società. Se metti in cantiere un nuovo impianto devi fare i conti con procedimenti autorizzativi estenuanti. Si stabiliscano, allora, termini effettivi e perentori per il rilascio di pareri da parte delle Amministrazioni. Non si escluda, anche in questo settore, la regola del silenzio-assenso. Gli impianti di riciclo restano strategici con il recupero dei rifiuti e degli scarti. Anzi, per superare in avanti dubbi e opposizioni bisogna “individuare le necessità infrastrutturali e impiantistiche attraverso l’analisi dei fabbisogni”. Passi avanti verso una gestione meno caotica di tutti i tipi di rifiuti ne sono stati fatti, ma siamo indietro con lo sfruttamento energetico di ciò che mandiamo via. Perché non sfruttare il potenziale energetico dei rifiuti per la produzione di elettricità, calore, biogas e biometano? Chi ha fatto male al sistema con assurdi divieti ideologici ora ha l’occasione per farsi carico di rendere le norme coerenti con questi obiettivi. Tecnologie ed impiantistica possono assicurare nel medio periodo continuità di forniture elettriche e di gas. Alla base, come sanno i cittadini che convivono con i termovalorizzatori, ci sono i rifiuti. E poi le competenze tra più Enti. Non se ne viene a capo con tutta la retorica sulla riforma delle procedure. Ci vuole un coordinamento che renda più efficace tutto, a monte e a valle.
Snellire le procedure della Pubblica Amministrazione
Ma guarda caso la Pubblica Amministrazione è spesso carente nei pagamenti. La raccolta rifiuti può presentare anche zone d’ombra nell’aggiudicazione delle gare e nella gestione. Il punto chiave che Assoambiente pone alla politica sono i controlli e un più stringente obbligo di applicazione del CCNL di categoria. Tanto per evitare fenomeni di “dumping” concorrenziale. Spesso si scoprono interessi nelle discariche e nelle bonifiche dei siti inquinati. Per i siti inquinanti e da bonificare censiti dalle Regioni, la verità è che c’è ancora troppa burocrazia. Se la politica vuole davvero rendere un servizio ai cittadini ed alle imprese deve intervenire sul carico burocratico-amministrativo che di fatto rallenta gli interventi e, aggiungiamo, consente trucchi e speculazioni illegali. Nell’appello-manifesto ci sono tutti i fondamentali di una vera economia circolare. Il rifermento ai capitoli della transizione ecologica è nella sostanza delle proposte che i partiti possono anche ignorare di fronte agli elettori. Il problema é che tutto resterebbe cosi’ com’è.