“Anche quando siamo lontani da casa, in vacanza, le buone pratiche ambientali non dovrebbero essere messe da parte”. Scrive così il Consorzio Italiano Compostatori che si occupa di raccolta rifiuti. Un appello all’Italia vacanziera al mare, in montagna, ai laghi. Per chi resta in Patria e non si imbarca per siti lontani è saggio mantenere le buone abitudini. La raccolta differenziata dei rifiuti è, infatti, un’abitudine “fondamentale che non deve essere trascurata” dicono quelli del citato Consorzio. Lo dicono con impegno perché temono che quando chiudiamo il gas e la porta di casa, dentro lasciamo anche certe pratiche.
Ecologisti a metà? In due terzi dell’Italia la raccolta dei rifiuti (con tutto quello che ne consegue) è ormai un tratto distintivo del livello di civiltà urbana. I sindaci dei comuni turistici in estate vivono settimane ansiose e sono per lo più impegnati in campagne di sensibilizzazione per non vedere sacchetti abbandonati. La tassa sulla raccolta li compensa, ma i costi generali di gestione nei mesi estivi crescono. I rifiuti si spostano, viaggiano, come le colonne di auto sulle autostrade. Ogni cittadino porta con se la quantità pro capite di spazzatura prodotta in un giorno. Il ciclo di raccolta e gestione vale circa 30 miliardi di euro all’anno e le regole per governare il sistema cambiano da città a città.
Una filiera delicata
Arrivati, dunque, sul posto delle vacanze viene consigliato di informarsi sulle regole in uso, soprattutto se si sta in un alloggio preso in affitto. Ma anche se si va in hotel, villaggio vacanza, campeggio, “il primo passo è informarsi sulle pratiche di raccolta differenziata adottate dalla struttura”. La catena del valore turistico è complessa e coinvolge una infinità di soggetti, con al centro, evidentemente, noi che siamo in vacanza. Non ce ne rendiamo conto, ma basta una piccola falla nel sistema della spazzatura che si rischia il collasso. È già accaduto e chi può giurare che non succederà ancora?
Insomma, gli appelli a comportarsi come facciamo dove abitiamo sono sacrosanti. C’è chi non li condivide, una specie di no waste ignorante e fatuo. Fate come se foste rimasti in città, dicono le aziende del settore. Quale città? Dove? Caspita! La solita storia delle differenze geografiche. Gli zelanti e bravi rappresentanti di Legambiente ci tolgono dall’imbarazzo di stilare noi la classifica. Dove le strade sono più pulite, i sacchetti dispersi non si vedono. Quest’anno ci hanno informato che i Comuni virtuosi – cosiddetti Ricicloni – sono 698 e Veneto, Lombardia, Campania sono le Regioni meglio piazzate. Hanno posti bellissimi e quest’anno, purtroppo, anche rincarati. Il turismo li migliorerà? Spazzatura compresa, s’intende.