Governo in crisi, provvedimenti a rischio. E così il primo a restare lettera morta sarà l’ultimo atto del governo Conte: il decreto legge con la norma sui rider e gli aiuti alle aziende in crisi, approvato il 6 agosto con la formula “salvo intese” dal Consiglio dei ministri senza il via libera definitivo resta nel cassetto.
Il decreto prevede che per i rider l’impresa titolare della piattaforma digitale, debba farsi carico della copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Possibile il cottimo misto, ovvero una remunerazione pagata come lavoro a cottimo in misura non prevalente, in aggiunta ad una retribuzione a tempo. La retribuzione base oraria è riconosciuta a condizione che per ciascuna ora lavorativa il lavoratore accetti almeno una chiamata. Il testo introduceva garanzie soft, rispetto a quanto chiedevano i giovani fattorini, ma comunque rafforzava le garanzie.
Molto delicata la questione Ilva. Lo stesso decreto prevede infatti alcune garanzie “a tempo” per i manager di Arcelor Mittal impegnati nell’attuazione del piano ambientale nell’ex Ilva, contiene (modeste) risorse per salvare lo stabilimento di Napoli della Whirlpool (solo 10 milioni), per i lavoratori della Blutec di Termini Imerese, per quelli dell’ex Alcoa di Portovesme, per l’area di crisi di Isernia, proroga a dicembre dei progetti di Lsu in scadenza a ottobre e prevede la stabilizzazione dei precari di Anpal servizi.
Il testo deve essere approvato definitivamente dal governo, una volta verificata l’esistenza delle coperture, e spedito alla Ragioneria dello Stato per la bollinatura, per inviarlo al Capo dello Stato per la promulgazione. Altrimenti queste norme resteranno scritte solo sulla carta.
Simile il destino del secondo decreto legge sulla scuola, anche quello varato «salvo intese» dal consiglio dei ministri che contiene, tra le altre cose, una sanatoria per i docenti precari.